Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Metti una sera a cena” – Ennio Morricone, Florinda Bolkan
Ci sono canzoni che non invecchiano mai, melodie che attraversano le stagioni come il profumo del vino buono o una luce calda riflessa sul vetro. Una di queste è senza dubbio “Metti una sera a cena”, firmata da Ennio Morricone, con testi di Dario Argento e Giuseppe Patroni Griffi.
Composta nel 1969 per l’omonimo film, la versione orchestrale di Morricone è pura atmosfera. I suoi archi lenti, avvolgenti, sembrano tessere un dialogo tra desiderio e malinconia. È una musica che non descrive: suggerisce, insinua, accompagna.
Ma è nella versione cantata da Florinda Bolkan, che il brano trova una nuova dimensione: più intima, più umana, più viscerale. La sua voce calda, imperfetta e vera, racconta un amore che non si grida, ma si vive nei piccoli gesti. In quel modo sospeso, quasi cinematografico, che solo la musica italiana di quegli anni sapeva evocare.
“Metti una sera a cena, senza sapere con chi…/e poi trovarsi a parlare di amore, finché vuoi tu.”
Questa apertura è già un manifesto: l’amore non programmato, le conversazioni che diventano sentimenti. Una quotidianità che si trasforma in poesia. Ed è proprio quando “il vino è buono e la musica va” , che tutto si allinea e diventa magia.
Ascoltare e riascoltare oggi questo brano è un po’ avere nostalgia di un amore elegante ed emozionante.
Sarebbe bello ogni tanto rallentare, godersi una serata a luci soffuse, in una stanza piena di promesse non dette e di canzoni che parlano al nostro posto. E così, a “Metti una sera a cena” , potrebbe seguire una playlist dei più grandi e romantici successi italiani: “Estate” di Bruno Martino, “E penso a te” di Lucio Battisti, “Che cosa c’è” di Gino Paoli, “Love in Portofino” di Buscaglione .
Un mix di brani senza tempo per lasciarsi avvolgere da una bellezza che non ha fretta.