Emergono nuovi dettagli dall’inchiesta che ha portato all’arresto di 25 persone, tra detenuti e complici esterni, coinvolti in un vasto traffico di droga all’interno del carcere “Carmelo Magli” di Taranto. Secondo la nota del procuratore Eugenia Pontassuglia, l’organizzazione era articolata in due distinti gruppi criminali: uno riconducibile a tre pregiudicati tarantini, l’altro a un detenuto barese. Entrambi avrebbero gestito l’introduzione e lo spaccio di hashish, favorito da un sistema collaudato di consegne durante i colloqui con i familiari.
Le misure cautelari sono state eseguite dalla Polizia di Stato insieme al Nucleo Investigativo regionale Puglia della Polizia Penitenziaria e al reparto di Taranto. Le indagini, avviate nel giugno 2023 e proseguite fino all’autunno, hanno documentato anche reati di porto e detenzione di arma clandestina, ricettazione, riciclaggio e utilizzo illecito di telefoni cellulari in carcere, intestati a soggetti stranieri non rintracciabili.
I comandi e le istruzioni arrivavano proprio tramite questi dispositivi. La droga, nascosta con tecniche mirate a eludere i controlli, veniva rivenduta all’interno del penitenziario a un prezzo molto più alto rispetto all’esterno, garantendo guadagni elevati. L’operazione ha inoltre permesso di individuare i fornitori attivi nelle province di Bari e Taranto e gli intestatari delle carte prepagate usate per i pagamenti, confermando come le attività criminali proseguissero senza sosta anche dietro le sbarre.
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