Il Bari si lecca ancora le ferite dopo il pesante 3-0 incassato a Modena, una sconfitta che ha lasciato strascichi in tutto l’ambiente biancorosso. Ora però non c’è tempo per piangersi addosso: venerdì sera i biancorossi tornano in campo per un altro esame durissimo, la trasferta sul campo del Palermo di Pippo Inzaghi, una delle corazzate più accreditate per la promozione. Per trattare i vari temi di questa gara e per fare un piacevole tuffo nel passato biancorosso, abbiamo interpellato un doppio ex di Bari e Palermo, vale a dire Totò Lopez che si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com.
La pesante sconfitta di Modena, è già un campanello d’allarme per il Bari o è ancora prematuro?
“Sinceramente non me l’aspettavo perché, almeno vedendo i nomi, rispetto agli altri anni mi sembra una squadra più competitiva. È strano prendere tre gol a Modena. Ho sentito l’intervista di Caserta: a volte gli allenatori dicono che c’è bisogno di tempo, ma io quando sento queste dichiarazioni mi passa la poesia. Perché il tempo, quando giocavo io, si trovava in ritiro, dove ci si conosceva e si formava il gruppo. Oggi sembra sempre che ci voglia tempo, ma intanto le partite si perdono”.
Secondo lei, quali sono i principali problemi di questa squadra in questo avvio di campionato?
“Spesso si entra in campo senza carattere, senza quella voglia e quella decisione che servono. Si entra un po’ con sufficienza, pensando che basti essere il Bari per vincere. Ma non è così: se non metti carattere e grinta, rischi brutte figure anche contro squadre sulla carta più deboli. Mentalmente bisogna essere più preparati”.
Tra i singoli, c’è un calciatore che l’ha particolarmente colpita fino ad ora?
“Un giocatore che mi piace molto è Castrovilli: ha qualità superiori, si vede, anche se viene da un lungo infortunio e al momento ha solo 20 minuti nelle gambe. Deve recuperare, ma può fare la differenza. Se torna in forma può cambiare le sorti del Bari”.
Crede che ci siano ruoli in cui il Bari sia ancora scoperto o debole?
“Forse manca qualcosina in difesa. È chiaro che in queste categorie servono giocatori esperti, quelli che non tremano nei momenti decisivi. Poi gli episodi fanno la differenza, come i rigori, e non puoi permetterti di sbagliare. Il Bari deve crescere anche sotto questo aspetto”.
Fabio Caserta è l’allenatore giusto per guidare questa squadra verso i suoi obiettivi?
“Ho sempre sostenuto che l’allenatore conta per un 15%: deve gestire lo spogliatoio, tenere unito il gruppo. Poi la differenza la fanno i giocatori. Ai miei tempi l’allenatore mi diceva “per fortuna ho il regista in campo”, riferendosi a me. Vuol dire che sono i calciatori a fare la musica. Caserta deve lavorare soprattutto sullo spirito del gruppo, perché le idee le ha, ma in campo poi vanno i giocatori”.
Come valuta il rapporto tra la tifoseria e la squadra in questo momento, tra malumori legati alla società e sostegno alla maglia?
“È un rapporto complicato. Dopo il 3-0 di Modena la squadra è stata contestata dalla curva. Da un lato c’è chi vuole sostenere i giocatori, dall’altro basta poco per far esplodere la contestazione. La piazza di Bari ha sofferto tanto negli anni, ha visto sfuggire occasioni importanti per andare in Serie A. Io ricordo quando, ai tempi di Matarrese, se sfioravi la Serie A ti tenevi i migliori e ci riprovavi. Oggi invece si è preferito vendere i giocatori e fare mercato al ribasso, e questo ha fatto arrabbiare i tifosi”.
Dopo aver affrontato Venezia, Monza e Modena, adesso c’è il Palermo: la vede come una sfida proibitiva o ci sono margini di speranza?
“Il calendario non ha aiutato il Bari: quattro partite difficili, tre in trasferta. Però è un banco di prova. Contro il Palermo devi tirare fuori gli artigli, perché loro non regalano nulla. È una partita difficile, ma se il Bari vuole dimostrare di essere competitivo deve fare risultato”.
Che ricordi conserva della sua esperienza da calciatore a Palermo?
“Bellissimi. Ho passato tre anni a Palermo e sono stati straordinari, abbiamo sfiorato la Serie A. L’unico rammarico è non esserci riusciti, perché avevamo una grande squadra. Poi sono venuto a Bari e abbiamo vinto i campionati. Palermo per me resta un’esperienza molto positiva”.