L’Intelligenza Artificiale viene spesso raccontata come una tecnologia che “ruba” occupazione, taglia posti di lavoro, sostituendo persone e mansioni ripetitive. La realtà, però, è più complessa: l’IA non solo automatizza, ma è anche in grado di generare nuove occupazioni e nuove figure professionali prima inesistenti.
Volete qualche esempio? Partiamo dallo stesso settore dell’IA, in particolare per quanto riguarda la gestione e l’addestramento dei sistemi di Intelligenza Artificiale. Data scientist e machine learning engineer sono ai primi posti tra i lavori più ricercati del segmento: queste figure analizzano grandi quantità di dati e progettano modelli che permettono all’IA di “imparare”. Accanto a loro si stanno affermando poi ii prompt engineer, specialisti nel formulare comandi e istruzioni per ottenere risposte efficaci dai modelli linguistici, ruolo che fino a pochi anni fa non esisteva. Sempre legato al mondo dell’IA è il lavoro che si occupa di controllare la qualità dei contenuti generati dall’intelligenza artificiale. Molte aziende assumono AI trainer o data labeler, ossia professionisti che correggono errori, etichettano immagini e testi o verificano che i sistemi rispettino criteri etici e culturali. Un lavoro cruciale per garantire che l’IA non diffonda contenuti inappropriati o scorretti, soprattutto in ambito creativo.
Qui le nuove tecnologie possono essere utilizzate per creare immagini, musica o video, mantenendo però una supervisione artistica. Nel cinema, ad esempio, si cercano professionisti in grado di integrare effetti speciali creati dall’IA con le tecniche tradizionali mentre nelle agenzie pubblicitarie emergono figure ibride che uniscono competenze di marketing e conoscenza delle piattaforme di generazione di contenuti.
Per fare un esempio che arriva da un settore tradizionale, che guarda però al digitale e alla tecnologia, ci spostiamo allora sul lato del gambling, il gioco d’azzardo pubblico e legale. Qui l’IA viene utilizzata tanto per fini di marketing quanto per creare ambienti di gioco sicuri e responsabili, grazie alla sua capacità di leggere i dati comportamentali degli utenti e di intervenire quando si accende il campanello d’allarme su possibili profili a rischio. Non è di certo un caso che l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di stato abbia indetto un concorso pubblico per l’assunzione di 39 tecnici altamente specializzati nel campo dell’IA, da selezionare tra fisici, informatici, matematici e statistici. Per adesso sono oltre 1.600 le domande pervenute, a conferma di un mercato in grande fermento e in grande cambiamento.
Il gambling è la prova, insomma, di come anche settori consolidati stiano vedendo nascere nuove mansioni. In ambito sanitario, ad esempio, sono richiesti tecnici specializzati nella gestione di sistemi diagnostici basati su IA, che supportano i medici nell’interpretazione di immagini radiologiche. Nella logistica, compaiono analisti di ottimizzazione basata su IA, che studiano i dati per ridurre costi e tempi di consegna. Nel mondo legale si stanno affermando i consulenti legali esperti in AI compliance, che aiutano studi e aziende a rispettare le nuove normative legate all’uso dell’IA. Ovviamente tutto questo apre una sfida educativa: scuole e università devono aggiornare programmi e curricoli, preparando studenti e lavoratori a competenze ibride che uniscano tecnologia, etica e pensiero critico. Non basta conoscere gli algoritmi: servono capacità di comunicazione, problem solving e creatività per sfruttare al meglio le potenzialità dell’IA.
Perché non è vero che l’Intelligenza Artificiale sta cancellando posti di lavoro, li sta rubando o li sta nascondendo. La realtà è che il mercato del lavoro non sta scomparendo: sta semplicemente cambiando.