È tornato ieri sera in Italia Tony La Piccirella, l’attivista barese che aveva partecipato alla missione della Global Sumud Flotilla, arrestato e detenuto in Israele nei giorni scorsi. Il giovane è atterrato a Fiumicino, proveniente da Atene, insieme all’ultimo gruppo di sette italiani rimasti in custodia perché non avevano firmato il foglio di rilascio volontario. Ad accoglierli in aeroporto, amici, familiari e sostenitori del movimento.
La Piccirella, che su Facebook ha raccontato le ore trascorse in detenzione, ha descritto la sua esperienza come “un tempo sospeso tra muri, canti e paura”. “Eravamo in una prigione al confine con Gaza – ha scritto –. Nell’ala accanto c’erano i nostri fratelli e sorelle palestinesi. Il nostro avvocato ci ha detto che potevano sentire le canzoni, il rumore, le voci che facevamo. Non potevamo sentirli, perché a loro non è permesso cantare. Solo i caccia sopra di noi, diretti a bombardare la loro terra.”
L’attivista ha spiegato di essere stato deportato con la forza, senza la possibilità di restare per accertarsi delle condizioni degli altri partecipanti alla missione, ma di aver appreso che “tutti dovrebbero essere condotti al confine entro la mattinata”. Nel suo messaggio, La Piccirella ha espresso anche la volontà di continuare l’impegno nella causa palestinese, annunciando che “tra due giorni le persone della Gaza Freedom Flotilla e Thousand Madleens to Gaza sfideranno di nuovo il blocco navale israeliano.” Non è la prima volta che l’attivista barese prende parte a missioni umanitarie nel Mediterraneo: già lo scorso luglio aveva partecipato a bordo della nave Handala, poi intercettata dalle forze israeliane. Anche in quell’occasione era stato arrestato e detenuto per tre giorni.
Il suo rientro in Italia chiude una vicenda che ha coinvolto 33 cittadini italiani: i primi 26 erano già rientrati dopo aver accettato il rilascio volontario, mentre gli ultimi sette – tra cui La Piccirella – hanno dovuto attendere l’espulsione per via giudiziaria. “Ora mi sto riprendendo – ha scritto l’attivista –. Ho fumato tante sigarette, abbracciato tanti compagni e amici. Mi fa male la gola, ma sono libero. E continuerò a lottare: Palestina libera, liberate tutti.”
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