Uno dei paradossi di questo Bari targato Fabio Caserta: vincere una partita fondamentale, ma uscire dal terreno di gioco del ‘San Nicola’ subissati dai fischi dei tifosi. Quei fischi finali sintetizzano alla perfezione lo scempio a cui hanno dovuto assistere i 9.866 spettatori che ieri hanno assiepato gli spalti dell’impianto sportivo barese. A dirla tutta, secondo le previsioni della vigilia, ci si attendeva un numero ancora più basso di presenze, ma evidentemente il richiamo per i colori biancorossi è irresistibile per molti tifosi del Bari. Tuttavia, quasi 10.000 spettatori per uno spettacolo imbarazzante come questo sono davvero troppi.
Soprattutto nel primo tempo, la compagine allenata da Fabio Caserta ha offerto uno spettacolo indegno, rimanendo in balia del modesto Mantova e senza riuscire a creare alcuna occasione da rete, subendo invece l’iniziativa della formazione di Possanzini. Poi, il gol casuale (ormai ci si sta facendo l’abitudine) di Moncini ha consentito ai Galletti di passare in vantaggio. Ma la quinta marcatura stagionale dell’attaccante non ha trasmesso vigore ai biancorossi, che hanno continuato a prestare il fianco al Mantova, squadra che avrebbe meritato non solo il pareggio, ma anche l’intera posta in palio.
Le statistiche di fine gara certificano il dominio non solo territoriale (78% di possesso palla) della formazione di Possanzini, ma anche nelle occasioni create, ben più numerose e pericolose, con Cerofolini decisivo in più circostanze. Insomma, c’è davvero da preoccuparsi: se si soffre e si vince a stento contro due tra le formazioni più deboli del torneo, significa che questa squadra ha diversi problemi.
L’impressione è sempre la stessa da tempo ormai: Fabio Caserta non sembra in grado di gestire questo gruppo e, soprattutto, di dare un gioco e motivazioni a una squadra che sicuramente non è da bassifondi della classifica del torneo cadetto. Probabilmente, una dirigenza più forte e presente avrebbe da tempo cambiato la guida tecnica. Purtroppo però (altro paradosso di questo Bari) le due vittorie interne consecutive hanno rinviato l’inevitabile: questa squadra non ha né gioco né carattere, e occorre al più presto un cambio di guida tecnica. A dirla tutta, sarebbe opportuna anche una rivoluzione a livello dirigenziale e l’arrivo di nuovi dirigenti dell’area tecnica. Per carità, i giocatori arrivati sono di discreto livello, ma per fare i direttori sportivi a Bari serve ben altro. Strano, perché un veterano dei colori biancorossi come Valerio Di Cesare dovrebbe saperlo.
Foto Ssc Bari