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Giorno dei morti: due pugliesi su tre hanno portato un fiore ai loro parenti defunti. Preferito crisantemo

Una delle ricorrenze più radicate della tradizione italiana

Pubblicato da: redazione | Lun, 3 Novembre 2025 - 11:19
cimitero

Almeno due cittadini su tre (65%) hanno scelto di acquistare piante e fiori da dedicare ai propri defunti, confermando una delle ricorrenze più radicate della tradizione italiana. È quanto emerge dall’indagine condotta nei vivai e nei mercati contadini di Campagna Amica, in occasione della tradizionale visita ai cimiteri il 2 novembre per rendere omaggio ai propri cari.

La Puglia gioca un ruolo di rilievo nella produzione nazionale di fiori recisi: rappresenta il 10% della produzione di crisantemi, il 34% dei garofani, il 23% delle rose, il 13% delle gerbere e il 16% delle fresie, sottolinea Coldiretti Puglia. Il mercato, sia interno che internazionale, mostra segni di vivacità: cresce la voglia di colori, profumi e bellezza, ma l’aumento dei costi di produzione – avverte Coldiretti Puglia – rischia di comprimere i redditi delle imprese.

Il ricordo dei defunti – evidenzia Coldiretti – resta un momento centrale per molti pugliesi e del florovivaismo, che realizza circa un quinto del proprio fatturato annuale in questo periodo. Tuttavia, l’aumento dei costi produttivi rischia di pesare sulle vendite, aprendo spazi a fenomeni di illegalità e abusivismo. Per questo motivo, è consigliabile non fare acquisti impulsivi, confrontare i prezzi e privilegiare i venditori autorizzati. Coldiretti Puglia raccomanda, quando possibile, di rivolgersi direttamente ai produttori, ricordando che acquistare fiori italiani significa sostenere le imprese locali, l’occupazione e il territorio.

Negli ultimi cinque anni, il valore delle importazioni di fiori e piante straniere in Italia è più che raddoppiato (+120%), raggiungendo il record di 874 milioni di euro, con evidenti effetti sulla concorrenza a svantaggio dei produttori nazionali, che necessitano di protezione attraverso l’applicazione del principio di reciprocità.

Le importazioni a basso costo spesso non rispettano gli stessi standard richiesti agli agricoltori europei in materia di uso dei fitosanitari, tutela dei lavoratori e salvaguardia ambientale. Il 72% delle merci destinate all’Unione europea passa dall’Olanda, con il porto di Rotterdam che rappresenta un punto critico per i controlli, poiché molte partite vengono “triangolate” acquisendo un’origine comunitaria. Tra i Paesi extra-Ue, Cina, Thailandia ed Ecuador sono i principali fornitori, soprattutto di fiori

Si tratta di una concorrenza sleale che colpisce le imprese Made in Italy, impegnate nella produzione di piante e fiori di alta qualità su 30.000 ettari, spesso con pratiche sempre più sostenibili, che generano benefici importanti per ambiente e salute. Coldiretti sottolinea l’urgenza di garantire che le piante e i fiori venduti in Italia e in Europa rispettino regole uniformi su ambiente, salute e diritti dei lavoratori. In un periodo di difficoltà economica, scegliere fiori Made in Italy, acquistandoli direttamente dai produttori o in punti vendita certificati, significa sostenere le imprese locali, l’occupazione e il territorio, con effetti positivi importanti dal punto di vista dell’ambiente e della salute.

Occorre combattere la concorrenza sleale di prodotti importati dall’estero facendo in modo che piante e fiori vendita in Italia ed in Europa rispettino le stesse regole su ambiente, salute e diritti dei lavoratori, conclude Coldiretti nel sottolineare l’importanza di preferire in un momento difficile per l’economia nazionale le produzioni Made in Italy scegliendo l’acquisto di fiori tricolori, direttamente dai produttori o da punti vendita che ne garantiscano l’origine, per sostenere le imprese, l’occupazione e il territorio.

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