La Dop Economy pugliese continua a crescere e raggiunge un valore complessivo di 711 milioni di euro, segnando un aumento del 12,2% rispetto all’anno precedente. Un risultato che conferma quanto i prodotti Dop e Igp rappresentino un patrimonio agroalimentare di eccellenza da tutelare, anche grazie al recente via libera al Senato della legge Caselli sui reati agroalimentari, ora attesa alla Camera per il definitivo iter legislativo. A rendere noti i dati è Coldiretti Puglia, sulla base del XXIII Rapporto Ismea-Qualivita dedicato alle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane DOP, IGP e STG, in occasione dell’approvazione del ddl Agroalimentare, collegato alla manovra.
Il disegno di legge sui reati agroalimentari rappresenta un traguardo storico per la protezione delle eccellenze della filiera italiana, con la Dop Economy come punta di diamante. “Un passo importante che evidenzia il coraggio politico del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, nel sostenere un provvedimento atteso da dieci anni”, sottolinea Coldiretti, ricordando come il ddl riprenda le proposte della cosiddetta “Legge Caselli”, da sempre sostenuta dall’organizzazione agricola grazie al lavoro dell’Osservatorio Agromafie.
Il testo, approvato dal Senato in prima lettura, torna ora alla Camera. Le origini del provvedimento risalgono al 2015, con l’istituzione della commissione Caselli, guidata dal magistrato Gian Carlo Caselli, presidente del Comitato scientifico della Fondazione Osservatorio Agromafie. L’obiettivo era aggiornare il sistema normativo dei controlli sulla filiera agroalimentare, con integrazioni frutto di audizioni ministeriali e parlamentari, oltre al contributo delle forze dell’ordine.
Il ddl introduce un capo specifico del codice penale dedicato ai delitti contro il patrimonio agroalimentare, un passo fondamentale per contrastare frodi e agropirateria, riconoscendo la pericolosità criminale delle attività fraudolente organizzate e reiterate. La nuova disciplina rafforza anche le sanzioni amministrative per chi viola norme su etichettatura, origine, ingredienti e denominazioni, proteggendo così le Dop e le Igp italiane.
Per Coldiretti, questa riforma rappresenta la concretizzazione di una battaglia di lungo corso per il riconoscimento dell’origine dei prodotti italiani e per contrastare l’italian sounding, che oggi consente a prodotti stranieri di spacciarsi come made in Italy grazie a particolari accorgimenti doganali e trasformazioni. Una tutela che, secondo l’organizzazione agricola, è fondamentale per difendere la qualità e la reputazione del patrimonio agroalimentare nazionale.