Non si tratta della prima manifestazione e probabilmente, in assenza di risposte, non sarà l’ultima. L’emergenza abitativa a Bari continua a far discutere e a generare tensioni: sfratti in aumento, canoni alle stelle, giovani che lasciano la città, persone in condizioni precarie, tra loro pensionati, che non riescono più a sostenere un affitto e la progressiva trasformazione delle abitazioni in strutture destinate al turismo breve. Per questa ragione, in mattinata, il Movimento di Lotta per la Casa tornerà in piazza con la campagna “Questa Puglia non è un albergo”, una mobilitazione prevista dalle 10 sul lungomare Nazario Sauro, davanti alla presidenza della Regione. La scelta del luogo e dell’orario coincide con l’insediamento del nuovo presidente regionale, a cui gli attivisti porteranno un documento con le loro richieste in materia di diritto alla casa.
Al centro della protesta c’è il tema dell’iper-turistificazione. Negli ultimi due anni, secondo il movimento, interi quartieri hanno visto crescere in modo massiccio il numero di B&B e affitti brevi, con conseguente contrazione dell’offerta abitativa ordinaria e un aumento dei prezzi che ha escluso molte fasce di residenti. La campagna ha raccolto centinaia di firme nei mercati e nelle piazze dei quartieri, testimonianza del malessere diffuso tra chi non riesce più a trovare un’abitazione a costi sostenibili. Il movimento sottolinea che diverse zone della città hanno perso progressivamente residenti stabili, mentre cresce la presenza di alloggi destinati ai flussi turistici stagionali. Una dinamica che, secondo i promotori, starebbe modificando l’identità stessa dei quartieri, riducendo gli spazi di comunità e spingendo fuori città chi vorrebbe semplicemente continuare a viverci.
La manifestazione punta a riportare la questione al centro dell’agenda politica regionale. L’obiettivo dichiarato è chiaro: chiedere interventi normativi e politiche pubbliche capaci di contrastare l’espansione incontrollata degli affitti brevi e di garantire maggiore accessibilità abitativa ai residenti. La protesta si concluderà con la consegna delle firme raccolte alle istituzioni regionali. Nel corso del sit in saranno presenti anche alcuni residenti del social housing di Parco Gentile, obiettivo, anche in questo caso reclamare il diritto alla casa e cercare risposte a quello che più volte gli stessi inquilini hanno definito “inganno” per via degli aumenti dei canoni che rendono difficile, per molti, sostenere le spese.