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Strage a Parigi, i baresi rinunciano a viaggiare

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Sab, 25 Marzo 2023 - 10:05

BARI –  Il 30 per cento dei baresi ha deciso di rinunciare a viaggi in Turchia, Francia o Germania, sia per le passate vacanze natalizie sia per le prossime pasquali. A fare paura è il terrorismo. Le agenzie baresi hanno registrato un calo nelle prenotazioni e non sono mancate le disdette soprattutto per determinate mete, prima tra tutte la Turchia, seguita da Parigi, Berlino, Bruxelles. A spiegare il fenomeno è Piero Innocenti, presidente regionale della Fiavet, Federazione italiana associazioni imprese viaggi e turismo. “La gente si è spaventata – spiega – dopo quello che è successo a Parigi. Anche la Turchia ne ha risentito tantissimo e non sono mancate le disdette. Dalla Puglia il traffico in uscita ha registrato quindi un calo e la preoccupazione ora è per l’estate, per i turisti che solitamente scelgono l’Europa e che forse quest’anno diminuiranno”.

Innocenti ha sulle spalle 46 anni di esperienza e la sua agenzia ha 36 anni di attività. “Ne ho viste tante in questi anni – racconta – ma sinceramente questo fenomeno è nuovo. Mi spiego meglio: quando ci fu l’attentato alle torri gemelle di New York molti rinunciarono a partire, ma solo per gli Stati Uniti, più precisamente New York. Ora invece ho percepito una paura generale nei confronti di tutta l’Europa. Dalla Turchia a Parigi ai fatti di Colonia, si percepisce il timore non tanto nelle persone che sono abituate molto a viaggiare, ma in coloro che lo fanno una o due volte l’anno”. Singolare tendenza viene registrata dall’agenzia Ok travel che organizza viaggi di gruppo. “Noi organizziamo viaggi di gruppo – spiegano – e non ci sono state disdette o differenze rispetto allo scorso anno. Forse in gruppo ci si sente più sicuri, anche verso mete particolari come ad esempio la Slovenia. Nessuno ha mostrato perplessità. Per i viaggi invece individuali il calo c’è stato e piuttosto importante”. Una riduzione che si attesta, secondo le agenzie di Bari, tra il 10 e il 30 per cento. “Speriamo – conclude Innocenti – che le istituzioni comprendano l’importanza del traffico in entrata e in uscita e che non vengano penalizzati i low cost”.

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