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Bitonto, i cittadini pagavano Ici e Tarsu e loro intascavano con società fittizie: sequestrati oltre 4 milioni alla Cerin

Pubblicato da: redazione | Mar, 23 Maggio 2017 - 10:00
Guardiafinanzanavale

La nota vicenda riguarda la società Cerin, che aveva in appalto il servizio di riscossione di tasse e imposte pagate dai cittadini di Bitonto al Comune e finite, invece, nelle proprie casse. I soldi dell’Ici e della Tarsu, infatti, erano spariti e finiti in immobili e attività legate alla società di riscossione, attraverso altre due società, una immobiliare, utilizzate come schermatura. Sulla base di questa indagine si era mossa anche la procura regionale della Corte dei Conti.

Ora, la sezione giurisdizionale della stessa Corte ha disposto il sequestro conservativo in corso di causa – per un valore complessivo fino alla concorrenza di oltre 4.365.000 euro – di beni immobili, nei confronti delle società Sart Immobiliare srl e Cerin srl.

Sono 13 gli immobili sottoposti a sequestro, tra i quali un laboratorio artigianale di Statte, in provincia di Taranto, un grande compendio immobiliare in Bari-Santo Spirito denominato “Istituto Pontificio delle Maestre Pie Filippine”, con annesso terreno, un locale a Bitonto e un grande immobile a Bari-Palese, con annesse diverse particelle di terreno.

Il sequestro contabile trae origine dalle indagini già svolte in sede penale dalla tenenza della guardia di finanza di Bitonto e in sede contabile, per la responsabilità derivante da danno erariale, dal nucleo di polizia tributaria di Bari, nei confronti della società che si era appropriata, nell’attività di riscossione di tributi locali per il Comune di Bitonto, di ingenti somme pari ad oltre 4 Milioni di Euro.

Sulla base delle indagini erariali, la procura della Corte dei Conti aveva emesso un primo decreto di sequestro ante causam, eseguito dalle fiamme gialle nell’aprile del 2016, su immobili e rapporti finanziari di Giuseppe Donato Colapinto, già amministratore unico della Cerin Srl.

In quell’occasione non si potè procedere al sequestro nei confronti dei beni della società perché la stessa aveva venduto molti immobili di valore alla Siart Srl, dalla quale era, poi, nata, per scissione la Siart Immobiliare Srl (beneficiaria finale del patrimonio immobiliare di Cerin).

Dopo i successivi approfondimenti investigativi è stata accertata la natura di mero schermo societario della Siart, finalizzato a dissimulare la reale proprietà dei beni in capo alla Cerin e, pertanto, la procura contabile ha avviato, per la prima volta, un’azione revocatoria, accolta dalla sezione giurisdizionale della Corte dei Conti di Bari, in base all’articolo 2901 del codice civile, di tutti gli atti societari posti in essere oltre a quelli atti di vendita dei beni.

Di conseguenza, la procura contabile – ha potuto ottenere il sequestro (in corso di causa) di tutti i beni fittiziamente acquistati da Siart e transitati in Siart Immobiliare in quanto considerati, in realtà, della Cerin srl.

Il sequestro eseguito dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria, insieme agli Ufficiali Giudiziari di Bari – secondo le norme procedurali civilistiche previste in questi casi – è finalizzato a conservare la garanzia patrimoniale per il Comune di Bitonto.

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