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Bari, bus in fiamme sulla tangenziale, l’Amtab apre una inchiesta: “Il motore era nuovissimo”

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Ven, 2 Febbraio 2018 - 06:15

L’Amtab ha aperto una inchiesta interna in merito all’incendio che ha devastato un bus dell’azienda in servizio sabato scorso. A confermarlo il direttore dell’Amtab, Francesco Lucibello, che ieri ha partecipato anche ad una commissione consiliare. L’azienda vuole vederci chiaro: il mezzo bruciato aveva un motore nuovissimo. Probabilmente a causare le fiamme sarebbe stato dell’olio andato a finire sulla turbina. Ma l’Amtab vuole capire il perché il mezzo abbia continuato a circolare, nonostante le prime avvisaglie di un malfunzionamento.

“Dalla commissione – dichiara il consigliere comunale Michele Picaro – è emerso che le scelte aziendali prediligono la circolazione del mezzo piuttosto che il ricovero dello stesso al fine di effettuare le opportune manutenzioni. Se così fosse, non vi sarebbero autobus sufficienti ad assicurare le percorrenze del circuito cittadino.  È emerso inoltre che il servizio di trasporto pubblico giornaliero richiede 130 mezzi, a fronte di un parco che ne contiene 190 -dei quali alcuni in disuso ed altri oggetto di procedure giudiziarie. Nel 2018 – prosegue Picaro –  non è pensabile, per  una città capoluogo di regione, offrire un pessimo servizio di trasporto pubblico che mette a rischio l’incolumità dei cittadini, sino a precluderne, sovente, persino la possibilità di raggiungere il posto di lavoro o le strutture scolastiche”.

Anche i sindacati sono sul piede di guerra. In attesa dell’arrivo di tutti i 54 bus nuovi promessi dall’amministrazione comunale, il parco mezzi continua a vacillare. In media ci sono tra i 15 e i 20 pullman che all’apertura del servizio alle 4 del mattino vengono dichiarati “non idonei” all’uscita. “Poi nel giro di due ore – ci racconta Vincenzo Lomoro, rappresentante metropolitano della Cisl – succede il miracolo ed ecco che alle 7 massimo tutti i mezzi o quasi escono in servizio. Come è possibile una cosa del genere? Noi non puntiamo il dito contro gli operai che davvero lavorano al di là di qualsiasi condizione ammissibile, ma sui responsabili dell’officina che andrebbero sottoposti a verifica”.

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