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Semi di cannabis, i diversi tipi di coltivazione

Pubblicato da: C. P. | Mar, 30 Giugno 2020 - 15:45

Semi di cannabis: il tipo giusto per ognuno
Tra i metodi di coltivazione di piante di cannabis più efficaci c’è sicuramente quello indoor, cioè quando esse vengono fatte crescere in un luogo chiuso. Ciò permette infatti al breeder di controllare tutti gli elementi naturali che influenzano positivamente la crescita e la fioritura della pianta. Inoltre, il raccolto in questo modo è possibile durante tutto l’anno, anche con semi regolari e i fiori che nascono sono i più belli e corposi, poiché si sono sviluppanti in condizioni ottimali.
Gli inconvenienti di questo tipo di coltura sono il dispendio di energia, ma soprattutto il fatto che spesso per le dimensioni delle piante di cannabis, come per esempio quelle di sativa che possono diventare anche molto grandi, lo spazio potrebbe non essere sufficiente. Ancora una volta la scienza agraria è arrivata a risolvere questi problemi spinosi, attuando delle ibridazioni mirate per ottenere dei semi autofiorenti nane.
In realtà, questi tipi di semi hanno delle caratteristiche che li rendono adeguati a qualunque tipo di coltivazione, ma hanno in più il dato di dare vita a delle piante che rimangono di ridotte dimensioni. Si prestano molto bene per le coltivazioni indoor, senza alcun dubbio, ma hanno un enorme potenziale anche per quelle all’aperto, o outdoor, rimanendo comunque discrete.

Raccolto tutto l’anno
Come si può facilmente intuire, nella coltivazione outdoor la pianta di canapa è totalmente esposta agli agenti atmosferici, quelli che possono rovinare la pianta, ma anche quelli che ne determinano la crescita, come il sole. Gli arbusti che nascono da semi regolari o femminizzati hanno infatti bisogno di cicli di luce solare di 12 ore, seguite da altrettante di buio, preferibilmente totale. Di conseguenza, è possibile crescere piante soltanto nella stagione primaverile/estiva, quando naturalmente sussistono i presupposti per lo sviluppo e la fioritura della pianta di marijuana. Non è così per i frutti dei semi autofiorenti, che non dipendono dalla quantità di luce che ricevono giornalmente e quindi neanche dal cambiamento di stagione. Si dice infatti che le piante autofiorenti dipendono solo dal tempo che passa, tanto che vengono anche chiamati semi automatici, come la crescita dell’arbusto. Diventa molto più agevole non solo la coltivazione in sé e per sé,
ma anche quella outdoor, in quanto almeno la variabile dell’illuminazione non è rilevante per un corretto sviluppo della pianta.
I semi autofiorenti, poi, sono anche femminizzati. Questo invece significa che vi è una probabilità di ottenere delle piante di sesso femminile dalla semina anche maggiore del 90%. Il sesso non è indifferente negli esemplari della specie vegetale di cannabis: mentre la femmina produce le infiorescenze che interessano il breeder, il maschio ha delle infiorescenze ricche di polline per la creazione di semi. I semi femminizzati e i semi autofiorenti allora assicurano un’alta percentuale di un raccolto fruttuoso.

Caratteristiche peculiari e piante nane
Agli elementi descritti prima, se ne aggiungono altri che rendono i semi autofiorenti i preferiti dei breeder alle prime armi e molti di questi dipendono dal fatto che la varietà automatica deriva da un incrocio tra una varietà di cannabis femminizzata e una
pianta della specie Ruderalis. Anche quest’ultima non è fotosensibile e per di più ha una fortissima resistenza alle condizioni di crescita anche più estreme, nonché un’impressionante velocità di fioritura. Tutti punti di forza che ha ereditato la varietà autofiorente, caratterizzata da un periodo di fioritura molto breve, in un massimo di
circa nove settimane e da una apprezzabile resistenza agli agenti esterni che potrebbero danneggiare una pianta di cannabis. In particolare, non risente eccessivamente delle basse temperature ed è in grado di crescere anche in terreni molto aridi. Difatti, questa specie di canapa sativa è stata scoperta dapprima da un biologo Russo nelle steppe della Siberia e in seguito anche in Canada e in alcune zone desertiche degli Stati Uniti.
Quelle nane si presentano come una variante in cui è accentuata un’altra caratteristica della Ruderalis, le dimensioni ridotte. Diversamente da queste ultime, però, le piante di marijuana nane non sono cespugliose, perché alla poca altezza del tronco centrale si aggiunge anche un numero ristretto di rami. Di conseguenza, il numero di infiorescenze che si potranno raccogliere non sarà certo copioso, ma è possibile senza dubbio compensare in numero di piantine che possono entrare in uno spazio, a condizione che siano collocate con un minimo di distanza l’una dall’altra per evitare la formazione di funghi e muffe.
Dalle peculiarità di ciascun tipo di seme e di ibridazione, si rende evidente l’impegno della scienza di andare a scovare nella natura delle soluzioni ai problemi che il breeder può incontrare nella coltivazione della pianta di cannabis. Difficoltà che possono riguardare il controllo degli agenti esterni che determinano lo sviluppo e la fioritura dell’arbusto, ma anche questioni di spazi che possono essere dedicati a questa pratica.
Ne è nata una vasta gamma di varietà di semi differenti, tutti disponibili su  ensorySeeds.it, con caratteristiche tali da potersi adattare alle varie condizioni di coltivazione. Che sia la velocità di fioritura, la mancanza di luce, le dimensioni dello spazio o la disponibilità solo di uno esterno, la necessità di avere il maggior numero possibile di piante femmine, il mercato adesso ha un seme specifico per dare una risposta a ciascuna di queste esigenze.

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