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L’uomo di Neanderthal? Si è estinto a causa dell’Homo sapiens: la ricerca degli speleologi pugliesi

Pubblicato da: redazione | Mar, 14 Luglio 2020 - 19:00
grotte castellana

C’è il contributo finanziario delle Grotte di Castellana (Ba), insieme a quello della Federazione Speleologica Pugliese, dietro lo studio pubblicato su Nature Ecology & Evolution con il titolo “Speleothem record attests to stable environmental conditions during Neanderthal–modern human turnover in southernItaly”.

Si tratta di una ricerca di un gruppo guidato da studiosi dell’Università di Bologna, a cui hanno partecipato anche esperti dell’Università di Innsbruck (Austria), dell’Università di Melbourne (Australia) e della Xi’an Jiaotong University (Cina), che ha stabilito che l’estinzione dell’Uomo di Neanderthal nell’area del Mediterraneo occidentale non sia stata causata dai cambiamenti climatici, ma probabilmente dalle tecnologie di caccia più avanzate utilizzate dall’Homo sapiens.

Questa la conclusione tracciata dal gruppo di ricerca, che è riuscito ad ottenere una dettagliata ricostruzione paleoclimatica dell’ultima era glaciale analizzando una serie di stalagmiti prelevate da alcune grotte pugliesi, fra le quali una stalagmite in particolare, campionata nella grotta di Pozzo Cucù, nell’area di Castellana Grotte, ha permesso di ottenere informazioni rilevanti. Lo studio si è concentrato sull’altipiano carsico delle Murge, dove neandertaliani e Homo sapiens hanno convissuto per almeno tremila anni, da circa 45.000 a 42.000 anni fa. Un periodo durante il quale secondo i ricercatori i dati estratti dalle stalagmiti non mostrano cambiamenti climatici significativi. Le analisi degli studiosi hanno mostrato che le stalagmiti pugliesi sono state caratterizzate da una deposizione continua durante tutto l’ultimo ciclo glaciale, ed anche nei cicli glaciali precedenti. Questo significa che nel corso dei millenni considerati non c’è stata nessuna drastica variazione climatica: secondo lo studio, infatti, un calo significativo delle precipitazioni piovose avrebbe causato uno stop nella formazione delle stalagmiti.

“Siamo fieri di vedere associato il nome delle Grotte di Castellana ad una scoperta così significativa e rilevante. Le grotte non sono solo luoghi misteriosi e affascinanti, ma anche fonte di studio e conoscenza” – ha affermato il presidente Victor Casulli, che insieme al vicepresidente Francesco Manghisi e alla consigliera Maria Lacasella compone il Consiglio di Amministrazione della Grotte di Castellana srl.

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