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Bari, da tre settimane con i figli a casa e senza poterli mandare a scuola: “In attesa del tampone”

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Mer, 14 Ottobre 2020 - 06:30
tenda tamponi polignano

La storia di questo papà ha dell’incredibile e rivela una carenza nel sistema dei tamponi, dal punto di vista delle tempistiche. Il figlio di 12 anni tre settimane fa comincia a starnutire e ha un po’ di tosse e i genitori decidono di tenerlo a casa tutelato. Arrivano i cinque giorni di assenza da scuola e diventa necessario il certificato medico. Da qui comincia l’odissea.

“La pediatra ci dice che era necessario un tampone – spiega a Borderline24 il papà – perché comunque aveva avuto anche lieve febbre, poco meno di 37,5. Nel frattempo anche la sorellina di otto anni viene colpita da febbre un solo giorno e vomito. La pediatra  non vuole che li porti in studio per visitarli e vuole il tampone. Fa quindi la segnalazione. Da quel giorno sono passate tre settimane per il maschietto e due per la bimba”.

La famiglia non viene contattata da nessuno. Passano i giorni, con le difficoltà anche di dover organizzare il lavoro. I bambini non vanno a scuola e i due genitori devono alternarsi a casa tra congedi e altro, perché non possono lasciarli dai nonni. “Ho chiamato il numero verde e una signora disponibilissima ha scritto due segnalazioni per ogni bambino. Dopo di questo abbiamo anche inviato una mail. Nulla. Non ci hanno fatto sapere più nulla. E non abbiamo neanche una carta che certifichi che le segnalazioni siano state fatte. Dalla pediatra poi nessuna notizia, neanche una telefonata per sapere come stanno i piccoli. Siamo anche andati alla tenda del Di Venere e nulla, non hanno fatto il tampone. Alla scuola abbiamo segnalato la situazione perché i piccoli stanno perdendo tanti giorni pur stando benissimo”.

“Vorrei denunciare lo stato di totale abbandono da parte della pediatra, il medico curante ci chiama ogni quattro giorni, dalla pediatra nulla. E dalla Asl attendiamo una telefonata per i tamponi. Abbiamo i  bambini chiusi in casa con la più piccola terrorizzata da un altro lockdown – conclude il papà – Vorrei che quando c’è la segnalazione del medico curante o pediatra venga garantita una tempistica certa su tamponi”.

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