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Covid, obbligo del certificato di compatibilità per la dad. La rivolta dei medici: “Inutile”

Pubblicato da: redazione | Gio, 7 Aprile 2022 - 14:30

“Una nuova spada di Damocle incombe sull’assistenza sanitaria ai cittadini erogata dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta”. E’ quanto scrive in una lettera inviata al Ministero dell’Istruzione la Fimmg nazionale.

Si tratta, in particolare, secondo questi ultimi di un “pasticcio burocratico che rischia di scaricare sui medici un ulteriore carico di adempimenti a causa di una certificazione incomprensibile nella ratio quanto nella sua attuazione pratica”. Una problematica che, ad oggi, riguarda tutto il paese, compresa la Puglia.

Il problema, sottolineano il segretario generale di Fimmg Silvestro Scotti e il presidente nazionale di Fimp Antonio D’Avino “è che il ministero dell’Istruzione ha diramato la circolare 410 che, in coda al punto 2, riporta esattamente e letteralmente quanto disposto dal comma 4 dell’articolo 9 del DL N° 24 del 24 marzo 2022. Posta in questo modo, la circolare dispone che gli alunni delle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado e del sistema di istruzione e formazione professionale che sono in isolamento in seguito alla positività al Covid, possono seguire l’attività scolastica nella modalità della didattica digitale integrata. La cosa incomprensibile è che lo stesso comma stabilisce che questo può avvenire su richiesta della famiglia o dello studente, se maggiorenne, accompagnata da specifica certificazione medica attestante le condizioni di salute dell’alunno medesimo e la piena compatibilità delle stesse con la partecipazione alla didattica digitale integrata” – hanno sottolineato.

“I medici, non si capisce su che base – proseguono Scotti e D’Avino – dovrebbero certificare questa piena compatibilità. Peraltro, o esponendosi essi stessi al rischio di un contagio, trattandosi di pazienti positivi al Covid o certificando senza visitare il paziente, il che è impossibile perché si commetterebbe un falso ideologico. Se ogni medico è pronto ad esporsi al rischio di contagio per visitare un paziente, è impensabile che questo avvenga per adempiere ad un atto burocratico peraltro inutile” – hanno aggiunto.

Sotto il profilo deontologico e medico-legale la Fimmg e la Fimp si interrogano pertanto sul valore e la possibilità di una certificazione medica che possa attestare, in una sindrome patologica estremamente variabile, soggettiva e suscettibile di improvvise e non prevedibili evoluzioni, la richiesta “compatibilità delle condizioni di salute di questi alunni in isolamento con la partecipazione alla DDI”. Al medico di famiglia o al pediatra di libera scelta non spetterebbe inoltre l’attestazione della positività all’infezione da Sars-Cov-2 (del resto inutile, visto che si parla di “alunni in isolamento in seguito all’infezione”), quanto alla “compatibilità delle condizioni di salute di questi alunni in isolamento con la partecipazione alla DDI”.

Dunque, secondo i medici, si tratta di una misura che non riguarda la Salute Pubblica o il contenimento della diffusione del contagio epidemico (già salvaguardati dalla misura dell’isolamento domiciliare), bensì la compatibilità delle condizioni cliniche dell’alunno in isolamento domiciliare con la partecipazione alla didattica digitale integrata. “Difficile per usare un eufemismo – prosegue Scotti – comprendere la ratio sulla base della quale il medico dovrebbe certificare questa compatibilità. Forse l’unica è quella di giustificare l’assenza dello studente, anche se in realtà lo studente o la famiglia possono tranquillamente non richiedere la partecipazione alle lezioni integrate” – ha concluso.

A queste problematiche vanno aggiunte quelle che riguardano il profilo economico per le famiglie. “Sarebbero esposte ad una spesa ingente per ottenere una certificazione medica che appare francamente inutile e che avrebbe come unico effetto quello di sovraccaricare con carte e ulteriore burocrazia i medici chiamati a certificare” – hanno sottolineato specificando che per tutte queste ragioni la Fimmg e la Fimp hanno scritto al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e per conoscenza al ministro della Salute Roberto Speranza, oltre che alla FNOMCeO, per chiedere una indispensabile revisione del testo del comma 4 dell’articolo 9 DL 24 marzo 2022.

“Dobbiamo evitare che ancora una volta a pagarne le spese siano i medici e i cittadini – ha detto infine Silvestro Scotti – i primi costretti a sacrificare tempo alle visite dei propri assistiti, e i cittadini, costretti ad attese estenuanti e spese del tutto inutili” – ha concluso.

Foto repertorio

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