Revocati gli arresti domiciliari al ginecologo barese Giovanni Miniello, arrestato lo scorso 30 novembre con l’accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti di due pazienti delle quali avrebbe abusato proponendo anche rapporti sessuali come cura per constrastare il papilloma virus. Lo ha disposto il Gip del Tribunale di Bari, Angelo Salerno, accogliendo l’istanza dei difensori, gli avvocati Roberto Eustachio Sisto e Italia Mendicini.
Il gip ha ritenuto attenuate le esigenze cautelari sostituendo la detenzione ai domiciliari con l’interdizione dalla professione (dalla quale era già sospeso) per 12 mesi. Miniello pertanto, non potrà più fare il medico. “L’interdizione dall’esercizio della professione medica” secondo il Gip è “sufficiente a prevenire la commissione di nuovi delitti della stessa specie, in relazione ai quali l’attività lavorativa di Miniello era occasione esclusiva” – spiega in una nota.
La decisione è avvenuta nonostante il parere negativo della Procura, secondo la quale “la particolare propensione di Miniello a delinquere può trovare esplicazione anche in contesti diversi dallo svolgimento dell’attività del medico”. Il gip Salerno ha evidenziato che la “dismissione dello studio medico e la donazione dell’attrezzatura medica ad una associazione di volontariato sono indicative di un taglio radicale col passato da parte dell’indagato”. Inoltre, la rilevanza mediatica che le vicende hanno registrato è stata, secondo il giudice, “tale da escludere la necessità della misura cautelare degli arresti domiciliari anche in relazione ai pregressi pazienti”.
Oggi, nei confronti del ginecologo la Procura ha in corso due indagini riguardanti venti pazienti presunte vittime degli abusi, otto delle quali, sono state sentite nell’ambito di un incidente probatorio. Inoltre, in in Cassazione, pende un ricorso della Procura che insisteva per la detenzione in carcere.
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