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Mafia a Bari tra nuove leve e spaccature: così i clan nei quartieri

La mappa della criminalità organizzata in città

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Gio, 13 Aprile 2023 - 14:56

La criminalità organizzata presente nel capoluogo barese evidenzia una struttura organizzativa di tipo camorristico. Il contesto mafioso è in continua evoluzione, destabilizzato da frequenti spaccature dovute all’ansia delle nuove leve di ritagliarsi più ampi spazi nel panorama criminale, in contrapposizione alle pretese dei vecchi boss tornati in libertà di riacquistare il loro prestigio criminale. E’ quanto si legge nella relazione del ministero dell’Interno al Parlamento riguardo l’attività della direzione investigativa antimafia (Dia) nei primi sei mesi del 2022, con riferimento alla criminalità organizzata a Bari.

Tali complesse dinamiche riverberano inevitabilmente sui già precari equilibri mafiosi dei clan più potenti che si contendono il predominio territoriale nel Capoluogo pugliese. Nell’area metropolitana di Bari le quattro organizzazioni storicamente radicate sul territorio, PARISI-PALERMITI, CAPRIATI, STRISCIUGLIO e DIOMEDE/EX MERCANTE11, estendono le loro ramificazioni anche in provincia e sono in grado di catalizzare le forze di altri sodalizi di minore caratura che, pur operando sotto la loro egida, sembrerebbero godere di una discreta autonomia. Tra questi si annoverano i MISCEO, i MONTANI, gli ANEMOLO, i FIORE-RISOLI, i DI COSIMO-RAFASCHIERI, i LORUSSO e i VELLUTO. Per quanto riguarda, invece, il clan DI COSOLA il suo progressivo declino derivante dalla scelta del suo elemento di vertice di collaborare con la giustizia, nonché la conseguente diaspora dei sodali, è un elemento da considerare anche alla luce dei flebili tentativi di ricostituzione e di riconquista del controllo territoriale15.

Riscontri giudiziari e di analisi del semestre restituiscono alcune specifiche evidenze circa l’attitudine del clan PARISI ad inserirsi nei circuiti economici legali per riciclare i suoi proventi illeciti. È ciò che emergerebbe anche dalle attività investigative connesse con l’operazione “Levante”17 eseguita dalla DIA il 15 febbraio 2022, i cui esiti hanno comprovato come, tramite un sistema di aziende consorziate, l’organizzazione criminale avesse sviluppato un volume di affari di circa 170 milioni di euro mediante ingenti frodi fiscali poste in essere con l’indicazione di crediti Iva fittizi scaturenti da inesistenti operazioni passive indicate nelle dichiarazioni fiscali e in assenza delle relative fatture. Gli enormi proventi illeciti sarebbero stati poi reimmessi nel circuito economico grazie al coinvolgimento della criminalità organizzata barese che avrebbe reclutato numerosissimi “fiduciari” a cui sarebbero state intestate carte di credito con le quali drenare le provviste che il sodalizio avrebbe poi reinvestito anche nel narcotraffico. Le ulteriori indagini delegate hanno consentito di individuare un altro gruppo criminale transnazionale, con base operativa in provincia di Bari, attivo nell’illecita commercializzazione di oli lubrificanti in evasione delle dovute accise all’Erario. Sono state infatti accertate numerose cessioni di lubrificanti, provenienti dall’est Europa e formalmente dirette a società cipriote, greche o maltesi ma in realtà destinate in Italia a favore di compiacenti imprese operanti nel settore della commercializzazione e della distribuzione di carburanti con comprovate evasioni di accise per oltre 2 milioni di euro. In tale secondo filone investigativo sarebbe stata ricostruita una pluralità di intestazioni fittizie di beni da parte di un esponente di spicco del clan PARISI di Bari in favore di terzi incensurati al fine di eludere la misura di prevenzione patrimoniale da cui era stato in precedenza colpito18.

Sotto l’egida dei PARISI, nei quartieri San Pasquale, Carrassi e Poggiofranco risultano attivi i FIORE-RISOLI, in sinergia con l’alleato gruppo VELLUTO. Se le evidenze investigative del passato hanno messo in luce la presenza del gruppo criminale nel Comune di Gravina in Puglia e zone limitrofe, recentissimi provvedimenti giudiziari confermerebbero l’operatività della compagine mafiosa nel settore delle estorsioni anche nella città di Trani (BT).
Attivo storicamente nel Borgo Antico di Bari mediante i propri referenti e reggenti, il clan CAPRIATI presenterebbe ampie ramificazioni in altre zone della città come i quartieri San Girolamo-Fesca e San Cataldo, in una vasta porzione della provincia di Bari e in alcuni centri di quella BAT. Il clan risulta federato con i DIOMEDE-EX MERCANTE e può contare sul gruppo satellite dei LORUSSO la cui principale zona d’influenza sarebbe rappresentata dai quartieri nella fascia litoranea nord del Capoluogo, come Fesca e San Cataldo. La compagine mafiosa degli STRISCIUGLIO, caratterizzata dal ricorso ai classici riti di affiliazione, sarebbe articolata in gruppi interagenti nel rispetto dei diversi territori di influenza e dell’autonomia di ciascuno, con propri esponenti apicali, quadri intermedi, “manovali” del crimine, “soldati” e gruppi di fuoco. Opererebbe prevalentemente nella città di Bari e continuerebbe a manifestare forti mire espansionistiche anche in provincia. L’atavica tensione fra il clan della luna e quello dei CAPRIATI potrebbe essere la chiave di lettura del tentato omicidio di un pregiudicato, intraneo al sodalizio degli STRISCIUGLIO, avvenuto il 19 marzo 2022 a Bari.

Si confermerebbe, anche nel semestre di riferimento, il ruolo centrale del traffico di sostanze stupefacenti nell’ambito delle dinamiche criminali della città metropolitana. I proventi dello spaccio di droghe costituirebbe ancora una delle principali fonti di arricchimento delle consorterie mafiose che sfruttano sia i canali di approvvigionamento nazionali, sia quelli esteri, dimostrando un’elevata propensione all’interazione con organizzazioni straniere, soprattutto albanesi.

Anche i reati contro il patrimonio continuerebbero a rappresentare un business privilegiato per le organizzazioni che controllano il territorio, come anche quello del fenomeno legato al traffico illegale di tabacchi lavorati esteri in ragione dei sequestri operati nel semestre di riferimento.  Nel semestre in esame sono altresì emersi collegamenti tra la criminalità locale e quella rumena, soprattutto nello sfruttamento della prostituzione.
Emergono evidenze anche sulla capacità delle principali consorterie baresi di condizionare i flussi economici ed infiltrare il libero mercato tramite le più avanzate tecniche di investimento, come documentato dagli esiti dell’operazione “Morfeo” conclusa dai Carabinieri il 20 aprile 2022. L’attività esperita avrebbe disvelato un intreccio di interessi criminali tra il clan camorristico partenopeo MOCCIA e taluni referenti di enti locali pugliesi interessati alla risoluzione di problematiche connesse con autorizzazioni ed appalti. Anche nel semestre in esame a Bari è stata registrata una cospicua disponibilità di armi da parte delle organizzazioni criminali, comprovata dai numerosi arresti e sequestri eseguiti a carico di pregiudicati e incensurati.

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