‘Ci vogliamo vive’. Per Martina e per tutte, ‘mai più vittime’. Giornata di agitazione e di azioni in tutte le scuole d’Italia, per Martina, la 14enne uccisa ad Afragola, e tutte le vittime di femminicidio. Roma, Napoli, Trieste, Latina, Padova, Ascoli, Milano. Oltre 30 le città dove la Rete degli studenti medi ha portato negli istituti la propria rabbia per la morta della 14enne, facendo un minuto di rumore. Mentre molti collettivi a Roma, come il movimento Osa, hanno bruciato all’ingresso dei licei dei fogli con le scritte patriarcato, violenza di genere, femminicidi, oppressione di genere. A Napoli gli studenti e le studentesse si sono presentati con la linea rossa disegnata sul volto, simbolo della lotta alla violenza di genere e ai femminicidi. “Martina è stata uccisa a 14 anni dal suo ex ragazzo di 19. Non è un fatto isolato, non è un raptus. È il risultato di una cultura patriarcale che legittima il possesso e la violenza”, dichiara Angela Verdecchia, responsabile politiche di genere della Rete degli Studenti Medi.
“Serve un cambiamento radicale e serve adesso. Pretendiamo l’introduzione immediata e strutturata di percorsi di educazione sessuoaffettiva in tutte le scuole – aggiunge -. Vogliamo parlare di consenso, rispetto, libertà, autodeterminazione. Vogliamo che i luoghi del sapere siano anche luoghi in cui si impara a vivere insieme, senza violenza”. Viola Varlese, della Rete degli Studenti Medi Napoli, assieme a Bianca Piergentili, coordinatrice della Rete del Lazio, aggiungono: “Domani ci attiveremo in tutte le scuole. Non possiamo rimanere in silenzio davanti a un femminicidio che ha colpito una nostra coetanea. Il dolore si trasforma in rabbia, la rabbia in azione. Chiederemo a gran voce che la scuola diventi un presidio di prevenzione contro ogni forma di violenza di genere. Non accetteremo mai più che un “no” possa valere una condanna a morte”. E questo pomeriggio alle 17, molti studenti e studentesse della Sapienza e dei licei di Roma, saranno a San Giovanni per una “passeggiata rumorosa”.