Nei primi mesi del 2025 sono già cinque i decessi registrati sul lavoro nella provincia di Bari. A segnalarlo è l’ultimo report dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega di Mestre, che evidenzia come la Puglia, con 14 vittime totali, rientri nella zona arancione tra le regioni con incidenza superiore alla media nazionale.
A livello nazionale i numeri non migliorano: da gennaio ad aprile si contano 291 morti sul lavoro, di cui 211 in occasione di lavoro e 80 in itinere, ossia nel tragitto tra casa e posto di lavoro. Rispetto allo stesso periodo del 2024, si registra un aumento dell’8,6%. “Un primo quadrimestre da dimenticare”, commenta Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio. “Con l’entrata in vigore del nuovo accordo sulla formazione per i datori di lavoro, ci auguriamo che cresca la consapevolezza sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”. I settori dove si verificano più decessi, sia a livello locale che nazionale, restano le costruzioni, i trasporti e le attività manifatturiere. La fascia d’età più colpita è quella tra i 55 e i 64 anni, ma risultano vulnerabili anche i lavoratori più giovani e gli over 65.
Preoccupante anche il dato che riguarda le lavoratrici, 28 le donne decedute in tutta Italia, di cui 12 durante l’orario di lavoro e 16 in itinere, con un aumento del 47% rispetto allo scorso anno. Le denunce di infortunio presentate dalle donne sono state oltre 71mila, mentre quelle degli uomini superano le 120mila. Altro dato rilevante riguarda i lavoratori stranieri, che rappresentano quasi il 20% delle vittime. Hanno un rischio quasi doppio rispetto agli italiani: 15,5 morti ogni milione di occupati, contro gli 8 degli italiani.
Il giorno della settimana in cui si sono verificati più incidenti mortali è il venerdì, seguito da lunedì e martedì. Nonostante un leggero calo delle denunce totali di infortunio (-0,9% rispetto ad aprile 2024), i numeri continuano a preoccupare. Anche nella provincia di Bari resta alta l’attenzione, con richieste sempre più pressanti da parte delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di categoria per rafforzare i controlli, semplificare l’accesso alla formazione e aumentare gli investimenti nella prevenzione.