Il Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) si prepara a un nuovo ampliamento: a breve verranno attivati circa 3.000 ulteriori posti, a conferma del crescente impegno degli enti locali nella gestione dell’accoglienza in Italia. Attualmente, quasi un Comune su quattro aderisce alla rete Sai, tra cui la quasi totalità dei centri con oltre 100.000 abitanti e più di mille Comuni di piccole e piccolissime dimensioni.
Ad annunciarlo è stato il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, delegato all’Immigrazione dell’ANCI, in occasione della presentazione del 23° Rapporto Sai. “Nel corso del 2024 la capienza della rete è cresciuta del 16% – ha dichiarato – segno concreto di una crescente assunzione di responsabilità da parte degli enti locali nel rispondere alle esigenze del Paese”. D’Alberto ha poi rivolto un ringraziamento ai 25mila operatori e operatrici del sistema Sai, impegnati quotidianamente nell’accompagnamento delle persone accolte lungo i percorsi di integrazione, lavorando presso Comuni, associazioni e realtà del privato sociale.
Durante l’incontro è intervenuta anche Rosanna Rabuano, capo dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del ministero dell’Interno, che ha definito il Sai “un modello virtuoso di gestione pubblica”, capace di coniugare la tutela della dignità delle persone con la sicurezza dei territori. Rabuano ha inoltre evidenziato l’impegno del Viminale nel rafforzare il sistema, anche in vista dell’attuazione del nuovo Patto europeo su migrazione e asilo. “Un passaggio fondamentale – ha sottolineato – che comporterà una riscrittura complessiva del sistema nazionale di accoglienza, con il potenziamento sia della prima che della seconda accoglienza”. Infine, sul fronte delle risorse, la dirigente ha annunciato l’intenzione di battersi per la stabilizzazione della rete attraverso un fondo dedicato da inserire nelle prossime leggi di bilancio, in coerenza con il quadro europeo in evoluzione.
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