Mattinata di protesta oggi a Bari davanti alla Prefettura, dove circa un centinaio di azionisti della ex Banca Popolare di Bari si sono radunati per chiedere risposte sul tema dei ristori. Striscioni, trombe e fischietti hanno accompagnato la manifestazione, definita dai promotori “dura e rumorosa”, per richiamare l’attenzione delle istituzioni su una vicenda che coinvolge migliaia di risparmiatori.
Una delegazione dei soci è stata successivamente ricevuta dal Capo di Gabinetto della Prefettura. Nel corso dell’incontro sono state avanzate due richieste formali indirizzate al prefetto Francesco Russo: la costituzione di un tavolo politico-istituzionale che coinvolga tutti i parlamentari baresi, chiamati a occuparsi direttamente della questione dei ristori agli ex azionisti BPB, e l’invio di una nota ufficiale al Ministero dell’Economia e delle Finanze per conoscere le motivazioni del parere sfavorevole espresso su un emendamento alla legge di Bilancio presentato a favore dei soci della ex Popolare di Bari.
Secondo quanto riferito dai rappresentanti delle associazioni dei soci, l’emendamento – a firma dei senatori Paganella e Marti – ha ricevuto parere negativo dal MEF ed è stato di fatto respinto. Diversa, invece, la sorte di un emendamento analogo che prevede ulteriori risorse per il Fondo Indennizzo Risparmiatori destinato ai soci delle banche venete, sul quale il Ministero avrebbe espresso parere favorevole.
“Siamo molto amareggiati per quanto accaduto – hanno dichiarato al termine della manifestazione i presidenti delle associazioni degli ex soci BPB, Giuseppe Carrieri e Saverio Daddario –. Ci troviamo di fronte a una disparità di trattamento inaccettabile tra risparmiatori italiani. Ancora una volta vengono dimenticati i soci di una banca del Sud che hanno perso, senza colpa, gran parte dei loro risparmi”.
Gli azionisti chiedono ora che venga chiarita la differenza di valutazione tra i due emendamenti e che la politica locale assuma un ruolo più attivo. “Se anche i parlamentari del nostro territorio – hanno concluso – decideranno di occuparsi insieme del dramma di circa 70mila soci della ex BPB, come avvenuto per le banche venete, forse sarà possibile iniziare a rimarginare una ferita che da sei anni pesa su migliaia di famiglie”.