Un passaggio formale ma tutt’altro che marginale, destinato ad avere effetti concreti sulla gestione di un servizio essenziale come l’acqua. Il Consiglio comunale di Bari, nella seduta odierna, ha dato il via libera all’acquisizione gratuita di 73.025 azioni di AQP SpA, pari allo 0,91% dell’intero capitale sociale, per un valore nominale di 376.809 euro. Una decisione che segna un tassello importante nel riassetto complessivo della governance dell’Acquedotto pugliese.
L’operazione rientra infatti in un percorso più ampio che prevede il trasferimento complessivo del 20% delle azioni di AQP SpA ai Comuni della Puglia. Un percorso accompagnato da modifiche statutarie significative, pensate per consentire alla società di diventare a tutti gli effetti una realtà “in house” dei Comuni pugliesi, rafforzando così il controllo pubblico sulla gestione del servizio idrico.
Per il Comune di Bari si tratta dell’attuazione concreta di quanto previsto dalla legge regionale pugliese n. 14 del 28 marzo 2024, che ha definito le modalità di cessione delle partecipazioni di Acquedotto Pugliese SpA dalla Regione ai Comuni. Una cornice normativa che ha reso possibile il passaggio odierno e che apre la strada a un nuovo assetto istituzionale.
La finalità ultima dell’intera operazione è legata a quanto deliberato dal Consiglio direttivo dell’Autorità idrica pugliese con l’atto n. 52 del 30 giugno 2025, relativo a “Gestione del servizio idrico integrato nell’ambito Puglia dal primo gennaio 2026 al 31 dicembre 2045. Disposizione di affidamento in conformità all’art. 149 bis del D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e successive modifiche e integrazioni”. Un atto che consentirà l’affidamento del servizio idrico integrato proprio ad AQP SpA per un arco temporale di lungo periodo.
Nel percorso che ha portato all’approvazione della delibera, il Comune di Bari aveva anche avviato, lo scorso 6 dicembre, una consultazione pubblica sull’acquisizione delle quote azionarie, considerata un passaggio propedeutico alla trasformazione di AQP in società in house. Una consultazione che, tuttavia, non ha registrato alcun contributo da parte dei cittadini o degli stakeholder.
La delibera è stata approvata all’unanimità dal Consiglio comunale, con 25 voti favorevoli su 25. Un consenso pieno che sottolinea la condivisione trasversale di una scelta ritenuta strategica per il futuro della gestione dell’acqua in città e, più in generale, in tutta la regione.