Il 2026 comincia con rincari per quasi 17 milioni di automobilisti mentre le bollette della luce saranno più leggere nel primo trimestre per circa 3 milioni di clienti vulnerabili serviti in Maggior tutela.
Per i carburanti è l’effetto del riallineamento delle accise voluto dal governo, che comporterà un aumento della tassazione pari a 4,05 centesimi di euro al litro per il diesel. Il Codacons ha calcolato che nelle casse statali ci sarà un incremento delle entrate pari a 552 milioni di euro nel 2026.
Considerata anche l’Iva al 22%, un pieno di gasolio da 50 litri costerà dal 1 gennaio 2,47 euro in più rispetto ad oggi, afferma l’associazione dei consumatori, con un maggior esborso su base annua, ipotizzando due pieni al mese, da +59,3 euro ad autovettura. Se si considera anche l’incremento da 1,5 centesimi scattato lo scorso maggio, il rincaro complessivo è pari a 3,38 euro a pieno, +81,1 euro all’anno. La manovra del governo, aggiunge il Codacons, prevede una analoga riduzione per l’accisa sulla benzina, ma il ribasso rischia di rimanere solo sulla carta: come già osservato a maggio, quando l’accisa è aumentata di 1,5 centesimi di euro il prezzo del gasolio alla pompa è immediatamente salito, mentre per la verde, pur in presenza di una riduzione dell’accisa da 1,5 centesimi, i ribassi sono stati minimi. Assoutenti chiede al governo di allertare Mister Prezzi affinché vigili sulla corretta applicazione del riallineamento fdelle accise. L’associazione si dice pronta a rivolgersi a Guardia di Finanza e Antitrust affinché sanzionino qualsiasi speculazione sulla pelle dei consumatori.
Intanto, il Mimit sottolinea che prosegue la discesa dei prezzi medi dei carburanti alla pompa iniziata lo scorso 26 novembre, “calo particolarmente significativo perché coincide con il periodo delle festività natalizie”: il prezzo della benzina è “al livello più basso da ottobre 2021”. Taglio del 2,7%, invece, per la bolletta dell’elettricità nel primo trimestre 2026 ma la spesa annuale aumenterà a 590,73 euro nel periodo compreso fra il 1 aprile 2025 e il 31 marzo 2026, +13% rispetto ai 522,97 euro registrati nell’analogo periodo 2024-2025. La contrazione, spiega l’Arera, è legata alla componente di perequazione nell’ambito della Spesa per la materia energia e alla revisione al ribasso di alcune voci relative alle Spese di trasporto e gestione del contatore. Ne dà notizia l’Ansa.