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Bari, bagarre in Consiglio comunale tra minacce e accuse. L’ex presidente Di Rella: “Tutti a casa”

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Sab, 17 Febbraio 2018 - 08:30
ex socrate

Il Consiglio comunale di ieri, richiesto dall’opposizione per discutere della questione dell’Edilizia giudiziaria, è finito in rissa verbale. Tra il consigliere comunale Giuseppe Carrieri che ha urlato contro il presidente del Consiglio, Michelangelo Cavone, “La morte devi avere” e il “rincoglionito” della consigliera Irma Melini sempre nei confronti di Cavone, la seduta è stata sciolta per mancanza numero legale dopo l’abbandono dell’aula da parte della maggioranza.

Sulla questione interviene l’ex presidente del Consiglio, Pasquale Di Rella, che ha invitato tutti ad andare a casa. “Le due ultime sedute del Consiglio Comunale – convocate per discutere e deliberare in merito al No all’inceneritore nel quartiere San Paolo e al No al trasferimento dei Palazzi di Giustizia dal quartiere Libertà – hanno dimostrato l’assoluta incapacità, sia del Sindaco Decaro che del centrodestra, di produrre risultati concreti per i cittadini – spiega Di Rella –  tra regole non rispettate, urla e offese reciproche, abbandoni pretestuosi dell’Aula Consiliare, è andato in onda uno spettacolo politico/amministrativo non degno di una città come Bari. Prove muscolari bipartisan hanno impedito ai baresi di ottenere, nei giorni scorsi, un atto di chiaro dissenso del Consiglio Comunale in merito alla costruzione di un inceneritore in città e ,ieri, di comprendere per quale motivo il sindaco Decaro – come candidamente ammesso – si è presentato alle elezioni del 2014 garantendo una determinata soluzione per il nuovo Palazzo di Giustizia, per poi collaborare ad un’idea diametralmente opposta senza avvertire il bisogno di acquisire preliminarmente il consenso del Consiglio Comunale”.

Ed infine l’appello:  “Bari non ha bisogno di capricci infantili o di scatti d’ira; Bari ha bisogno di competenze, di una classe dirigente all’altezza della sfida, di gente che sappia garantire sviluppo economico e sensibilità ai bisogni. Occorrono nuove elezioni”.

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