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Covid, l’allarme di Anelli: “Negli ultimi 10 giorni sono morti 27 medici”

Pubblicato da: redazione | Mar, 24 Novembre 2020 - 18:45
foto Facebook

Negli ultimi 10 giorni sono morti per Covid 27 medici, quasi 3 al giorno: bisogna fermare la strage degli innocenti, ne va di tutto il Servizio sanitario nazionale. Anche in questa seconda ondata è la medicina generale a pagare il prezzo più alto. E’ evidente che a livello organizzativo qualcosa non sta funzionando». Il grido d’allarme arriva dal presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo) Fillippo Anelli che sottolinea come a partire dal primo ottobre sono stati registrati 37 decessi tra gli operatori sanitari, 216 in tutto. Anelli scriverà una lettera al Ministro della Salute Roberto Speranza per chiedere che venga avviato un monitoraggio su rischi e criticità.

Anelli spiega che bisogna capire che cos’è che non sta funzionando «per frenare questa tragedia». «Dobbiamo avere dati omogenei. Dobbiamo comprendere se, in tutte le Regioni, sono stati distribuiti i dispositivi di protezione anche ai medici di Medicina generale, ai pediatri di libera scelta, agli specialisti ambulatoriali, ai medici delle Rsa, del 118, ai liberi professionisti». E non solo, il presidente di Fnomceo chiede di sapere quali sono i modelli organizzativi adottati dagli ospedali, e quali stanno funzionando meglio. Oltre che dati certi su quali Regioni abbiano attivato le Usca, «che rappresentano il sistema di sicurezza sul territorio, l’omologo della distinzione tra percorso pulito e percorso sporco negli ospedali». La Fnomceo intende anche raccogliere dati sul burnout degli operatori sanitari: «perché sappiamo che l’esaurimento delle energie fisiche e mentali porta ad abbassare la guardia, aumentando il rischio di errore. Dove l’errore può essere prima di tutto verso se stessi, allentando le difese e distraendosi nell’utilizzo dei dispositivi di protezione, non indossandoli, ad esempio, nella maniera corretta, o non togliendoli secondo le procedure». Anelli inoltre chiederà un incontro al ministro perchè, afferma, «»Abbiamo il dovere di proteggere i nostri operatori sanitari, come fondamento per la sicurezza delle cure. La sicurezza deve diventare una priorità, direi quasi un’ossessione«.

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