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Bari, il racconto dalla Rianimazione del Policlinico: “Mi hanno regalato un secondo tempo della mia vita”

Pubblicato da: redazione | Dom, 21 Marzo 2021 - 09:30

Il secondo tempo di vita che mi è stato donato. È così che definisce la sua esperienza di lotta tra la vita e la morte a causa del Covid Antonio Pinto, avvocato e presidente regionale per la Puglia di Confconsumatori, che ha voluto affidare ad un lungo post Facebook la testimonianza di come può essere terribile la malattia e di quanto, di contro, sia stato importante per la sua sopravvivenza l’impegno degli operatori sanitari. Antonio Pinto racconta di aver iniziato ad avvertire i sintoni de Covid19 lo scorso 2 marzo, con una febbre che, inizialmente, è stata curata in casa. Una settimana dopo l’aggravamento, a seguito del quale un amico medico lo ha accompagnato, di notte, al Policlinico di Bari, dove l’avvocato è stato rivoverato in un reparto Covid.

E ancora, tre giorni dopo, il tracollo delle sue condizioni e, subito, una lastra ai polmoni per decidere il trasferimento in Terapia intensiva. È in quei momenti, racconta Antonio Pinto, che pensa di poter davvero morire e che decide di inviare un messaggio alla sua famiglia, sapendo che potrebbe essere l’ultimo: “Mi stanno per fare una Rx ai polmoni, all’esito decideranno – scrive Pinto nel messaggio – Non abbiate nessun timore, io ho vissuto una vita stupenda e meravigliosa. La vita mi ha dato tutto, ognuno di voi 5 è un dono immenso che basta, da solo, a riempire il senso di una vita intera. Sia fatta la volontà di Dio”. Un messaggio struggente e pieno di commozione, al quale l’avvocato fa seguire il consiglio di voler sempre bene a tutti nella vita e di non aver paura, prima di essere trasferito, di fatto, nel reparto di Rianimazione.

Qui, racconta di aver trascorso 7 giorni, forse i più difficili della sua vita, in stato di coscienza e lucidità, ma con il corpo ormai inesistente: “Solo aghi, dolore, assenza di ossigeno interno, fili e macchinari attaccati dappertutto. E l’anima che, da sola, deve reggere tutto”. È qui che, però, in questi sette giorni, Antonio Pinto racconta di aver visto quella che forse è la più grande prova di vita: il lavoro incessante, estenuante di medici e infermieri, devastati dalla fatica ma spinti, nelle energie, dalla volontà di salvare i pazienti a loro affidati. “Non è vero che scelgono (chi assistere con maggiore cura, n.d.r.) – spiega l’avvocato Pinto – li ho visti fare turni umanamente impossibili e provare a salvare ciascun paziente anche 10 volte al giorno. Sono (minimo) due infermieri su 4 pazienti, più i medici, mi hanno sempre spiegato tutto. Non riesco a capire come possano resistere – racconta – Ogni giorno, lì dentro, muore qualcuno, ma vi dico che muore con dignità grazie a loro. Sono uomini e donne che fanno onore al genere umano”.

Antonio Pinto riporta, nel suo post Facebook, i nomi di coloro che lo hanno assistito nella settimana più dura (Antonio Civita, Sestilio De Letteris, Lidia Dalfino, Salvatore Grasso), ma si rivolge a tutta la squadra “eccezionale” di medici, infermieri e operatori sanitari in genere, per il loro duro lavoro durante quest’anno di pandemia. “Il peggio è, però, ampiamente alle spalle – racconta – Gesù e i sanitari tutti della Rianimazione mi hanno regalato un secondo tempo della mia vita e io posso solo cercare di usarlo bene e meglio del primo”, conclude.

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