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Omicidio Martimucci, così i killer uccisero il calciatore altamurano

Martimucci era estraneo ai contesti criminali. Morì dopo 5 mesi di coma - VIDEO

Pubblicato da: redazione | Gio, 20 Febbraio 2025 - 10:56
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I Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito una misura cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della locale Procura della Repubblica Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di due persone indagate per il reato di omicidio volontario e tentato plurimo omicidio, nonché per detenzione e porto di materiale esplodente, reati aggravati dal metodo mafioso. Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal Gip (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), i due indagati sono ritenuti responsabili del loro coinvolgimento nell’omicidio di Domenico Martimucci (persona estranea ai contesti criminali e vittima innocente di mafia), avvenuto il 5 marzo 2015, a causa dell’esplosione di un ordigno collocato presso il circolo ricreativo Green di Altamura. Le indagini, condotte dai militari del Nucleo Investigativo di Bari e coordinate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, sono la prosecuzione dell’attività investigativa che ha fatto luce ed ha consentito di fare condannare in via definitiva gli esecutori materiali ed i mandanti del grave attentato in cui ha perso la vita il giovane calciatore altamurano.

Il nuovo quadro investigativo si fonda sull’acquisizione di dichiarazioni rilasciate da alcuni collaboratori di giustizia, le quali confermano, in sostanza, il coinvolgimento dei due indagati nella vicenda, rispettivamente per aver coordinato l’attentato dinamitardo e per aver approvvigionato l’ordigno esplosivo. Le nuove risultanze investigative, oltre a rafforzare gli esiti giudiziari già accertati, hanno di fatto evidenziato una pluralità di elementi probatori convergenti a sostegno delle responsabilità degli indagati. Il quadro indiziario raccolto dai Carabinieri a carico degli indagati è stato condiviso dalla Procura della Repubblica di Bari che ha avanzato richiesta di emissione di misura cautelare. Il Gip del Tribunale di Bari, accogliendo la richiesta, proprio in prossimità del decennale del grave episodio delittuoso, ha disposto la cattura dei soggetti, di cui uno è stato tradotto in carcere e uno posto agli arresti domiciliari.

È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare odierna, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa dell’indagato, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.

 

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