La vicenda della pitbull Tequila, trovata morta nei giorni scorsi a Gravina, conosce nuovi sviluppi ma resta avvolta da tensioni e polemiche. Secondo gli accertamenti della Polizia locale, la cagnolona non sarebbe stata seviziata e uccisa, come inizialmente ipotizzato, ma sarebbe morta a causa di un investimento stradale.
La notizia è stata accolta con sollievo dall’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (Aidaa), ma anche con forti perplessità. “Sapere che a Gravina non esisterebbe un mostro umano torturatore ci fa piacere – scrive l’associazione in una nota – ma ora vorremmo capire da dove siano arrivate le informazioni su presunte sevizie e uccisioni violente. Chi ha diffuso e perché queste notizie orribili, che oggi sembrano completamente infondate?”.
Gli animalisti chiedono chiarezza e soprattutto giustizia: “Ci auguriamo che la Polizia locale riesca a identificare e mandare a processo il responsabile dell’investimento. Per Tequila il risultato è lo stesso: è morta. Per questo la taglia rimane al suo posto: investitore o seviziatore, chi ha ammazzato Tequila rimane sempre un assassino e come tale va perseguito”.