Un nuovo progetto regionale punta a trasformare il percorso penale dei giovani in un’occasione concreta di crescita e inclusione. Questa mattina è stato presentato il ReD per l’area penale minorile, frutto della collaborazione tra il Dipartimento Welfare della Regione Puglia e il Centro per la Giustizia Minorile per Puglia e Basilicata, con un investimento complessivo di 1,5 milioni di euro.
Il progetto entrerà presto nella fase operativa, coinvolgendo circa 200 giovani fino ai 25 anni, molti dei quali provengono da contesti familiari complessi o privi di punti di riferimento stabili. L’obiettivo è trasformare l’errore in opportunità: ciascun partecipante sarà inserito in un percorso personalizzato che può includere tirocini, corsi di formazione, supporto psicologico, tutoraggio, attività culturali e sportive, dotazioni tecnologiche e accompagnamento verso l’autonomia.
«Non vogliamo limitarci a fornire un sostegno economico», spiega Ruggiero Mennea, consigliere delegato al Welfare della Regione Puglia. «Il nostro approccio punta a seguire ogni ragazzo passo dopo passo, anche quando sbaglia, creando un sistema che unisce giustizia e welfare».
Il progetto sarà gestito in collaborazione con gli Ambiti territoriali sociali, gli Uffici di Servizio Sociale per Minorenni e l’Istituto Penale Minorile di Bari. Ogni giovane sarà accompagnato da un case manager e inserito in un percorso costruito sulle sue fragilità e potenzialità, con servizi complementari che vanno dall’insegnamento della lingua italiana per minori stranieri ad attività culturali, ludiche e ricreative. «Così il percorso sanzionatorio diventa un’opportunità di riscatto e partecipazione attiva», aggiunge Valentina Romano, direttrice del Dipartimento Welfare.
«Questa è la prima sperimentazione del Reddito di Dignità nell’area penale minorile», racconta Dorella Quarto, dirigente del Centro per la Giustizia Minorile. «Già 40 ragazzi hanno iniziato un programma multidimensionale che combina accoglienza, continuità scolastica e formativa, tirocini, attività lavorative e supporto psicologico».
L’accordo tra il Dipartimento Welfare e il Centro per la Giustizia Minorile rappresenta uno dei primi esempi in Italia di integrazione strutturale tra welfare e giustizia minorile. Un modello che non sostituisce la pena, ma le dà senso e direzione, offrendo ai giovani la possibilità di costruire un futuro alternativo alla recidiva e rafforzando la sicurezza della collettività.