Aule sovraffollate, strutture fatiscenti e mancanza di spazi adeguati. È questo lo scenario che gli studenti del dipartimento Forpsicom dell’Università di Bari denunciano all’avvio del nuovo anno accademico. Le segnalazioni raccontano di aule al terzo piano “decadenti e totalmente dismesse”, tavoli che non bastano a contenere il numero degli iscritti, aria irrespirabile e finestre sempre aperte per tentare di sopperire al caldo del sovraffollamento. Una situazione che, evidenziano alcuni ex studenti dello stesso dipartimento “non è mai cambiata, ne tanto meno migliorata negli anni”.
“Paghiamo tasse per studiare in ambienti che non corrispondono ai servizi che ci spettano – accusano gli studenti – molti preferiscono non frequentare, ma questo significa rinunciare di fatto a una parte della formazione universitaria”. La protesta si intreccia anche con una critica più ampia alla gestione delle risorse: “I fondi – affermano gli studenti – vengono dirottati su accordi con industrie belliche e processi di militarizzazione, mentre i servizi essenziali per il diritto allo studio restano insufficienti”.
Solo pochi giorni fa gli studenti dell’associazione Cambiare Rotta hanno deciso di bloccare simbolicamente le lezioni. Con uno striscione “Allarme Forpsicom: blocchiamo tutto per il diritto allo studio”, hanno denunciato pubblicamente le condizioni in cui sono costretti a studiare. “È stato ottenuto un primo risultato – spiegano – un’assemblea straordinaria per discutere delle criticità e dare voce a chi vive ogni giorno questi disagi. Ma non ci fermeremo”. Un passo avanti è arrivato dopo l’incontro con la direzione del Forpsicom: gli studenti hanno ottenuto l’apertura di un tavolo di confronto permanente con le rappresentanze, comprese quelle di Cambiare Rotta. “Al prossimo Senato accademico – annunciano – chiederemo lo stanziamento di fondi per aprire nuove aule, la mappatura degli spazi nei dipartimenti adiacenti per redistribuire meglio le lezioni e l’utilizzo dei locali recentemente inaugurati, da destinare a nuove classi. Questa è solo la prima battaglia. Il diritto allo studio non si tocca”, concludono. Nel frattempo, manca poco all’avvio di una nuova settimana, dove, fino a quando non ci sarà un cambiamento effettivo, sottolineano alcuni studenti “la situazione resterà esattamente la stessa”.