Un frammento di metallo nel piatto di un bambino di otto anni. È accaduto il 15 ottobre scorso alla scuola primaria Emanuela Loi di Poggiofranco, dove un alunno ha rischiato di ingerire un piccolo pezzo di materiale ferroso trovato nella pasta servita durante il pranzo. L’episodio, segnalato dai genitori ai carabinieri del Nas, è ora al centro di un’indagine e di un acceso confronto nelle commissioni consiliari “Qualità dei servizi” e “Trasparenza” del Comune di Bari.
Secondo quanto riportato nella denuncia, il bambino si sarebbe accorto della presenza del corpo estraneo “mentre assaggiava la pasta al sugo”. Per fortuna, si legge nel documento, “non lo ha ingerito, ma lo ha espulso immediatamente, depositandolo su un tovagliolo”. Insegnanti e rappresentanti del comitato mensa hanno poi verificato che si trattava di un frammento metallico, “spiraliforme o elicoidale”, potenzialmente pericoloso se fosse stato accidentalmente inghiottito.
I genitori hanno espresso forte preoccupazione per la sicurezza del servizio di refezione scolastica, sottolineando che l’episodio avrebbe potuto avere conseguenze gravi. “Se il bambino avesse riso o parlato mentre mangiava – si legge nella segnalazione – l’oggetto avrebbe potuto provocare lesioni o soffocamento”. La denuncia punta a sensibilizzare da parte dei Nas un’ispezione urgente presso l’azienda di ristorazione incaricata, per verificare l’eventuale presenza di macchinari danneggiati o componenti metallici usurati che possano aver contaminato il cibo.
Sulla vicenda è intervenuto anche il Comune di Bari, che ha chiesto chiarimenti immediati alla ditta appaltatrice. “Siamo in attesa della relazione ufficiale – fanno sapere dagli uffici comunali –. Una volta completati gli accertamenti, valuteremo se e quali provvedimenti adottare”. Dal canto suo, la Ladisa, società che gestisce la mensa scolastica, respinge ogni responsabilità, ipotizzando che la contaminazione possa essere avvenuta dopo la distribuzione dei pasti, forse a causa di una graffetta o di un oggetto estraneo finito accidentalmente nei contenitori in mensa. Il caso riaccende i riflettori sulla questione mense scolastiche per le quali già negli anni precedenti, i genitori, avevano richiesto controlli più rigorosi e garanzie concrete sulla sicurezza dei pasti.
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