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Omicidio Sciannimanico, la confessione: “Perilli mi chiese di fissare l’appuntamento con la vittima”

Pubblicato da: Vincenzo Damiani | Mer, 22 Marzo 2023 - 09:18
Roberto Perilli

BARI – “Nell’ottobre del 2015 Roberto Perilli mi chiese di fissare un appuntamento con il signor Giuseppe Sciannimanico per il giorno 22 ottobre, al fine di valutare un appartamento da mettere in vendita, suo tramite in via De Liguori, e per il successivo 26 ottobre al fine di visionare un appartamento in vendita in via Troisi. Mi disse di qualificarmi come signor Lorusso e mi forni la scheda telefonica con numero 3512554513, dicendomi di utilizzarla esclusivamente per fissare i predetti appuntamenti chiamando l’agenzia Tecnocasa di via Cairoli”. È quanto scrive in una dichiarazione spontanea Luigi Di Gioia, l’uomo accusato dalla polizia e dal pm Francesco Bretone di essere l’autore materiale dell’omicidio dell’agente immobiliare Giuseppe Sciannimanico, il ragazzo ucciso nel rione Japigia il 26 ottobre del 2015. Le dichiarazioni di Di Gioia potrebbero imprimere una svolta all’inchiesta: l’uomo si trova in carcere assieme a Roberto Perilli, un altro agente immobiliare accusato di essere il mandate dell’assassinio brutale. Di Gioia non rende una confessione vera e propria, nel senso che non fa il nome del killer. Anzi, dice: “Non ho ucciso il signor Sciannimanico e non avevo nessun motivo per farlo” e aggiunge di “non essere in grado di riferire chi l’abbia ucciso”. Però le sue dichiarazioni rafforzano l’ipotesi della Procura e polizia, ovvero che l’omicidio fu progettato da Perilli. Secondo la ricostruzione degli investigatori, infatti, Perilli – per paura della concorrenza di Sciannimanico, che stava per aprire un’agenzia nella sua stessa zona, a Japigia – avrebbe progettato il suo assassinio. Come? Fissando due falsi appuntamenti per visionare delle case in modo da avvicinarlo senza insospettirlo e ucciderlo. Ricostruzione che combacia con le dichiarazioni di Di Gioia. Confermato anche il particolare della consegna della scheda telefonica. Resta solo il punto interrogativo su chi ha materialmente premuto il grilletto: gli inquirenti sono convinti che sia stato Di Gioia, mentre l’indagato sostiene di non essere lui l’autore del delitto pur fornendo agli investigatori elementi per rafforzare i sospetti su Perilli.

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