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“David Lynch: the art life”: gli affetti, i sogni e i turbamenti del re dell’angoscia

Pubblicato da: Francesca Romana Torre | Mer, 22 Marzo 2023 - 18:30

Al di là della grande distribuzione, esiste un mondo di pellicole rare la cui proiezione va catturata al volo. Spesso, infatti, alcuni film compaiono come meteore nelle sale, facendosi notare dal pubblico solo quando sono belli che passati. Esistono – però – anche delle associazioni di cinefili, imperterriti ricercatori delle gemme rare della settima arte, che portano avanti la missione di scovare, guardare, amare e condividere le loro scoperte. Tutti gli spettatori attenti e quelli che vogliono superare – almeno per una sera – la programmazione da multisala, non si perdano l’appuntamento organizzato all’AncheCinema Royal dall’associazione culturale La scatola blu con il cinema di David Lynch: lunedì 13 marzo sarà, infatti, proiettato a Bari, in esclusiva, David Lynch: the art life, documentario del 2015 (ma distribuito in Italia dal 20 febbraio scorso) di  Jon Nguyen e Olivia Neergaard-Holm.

“Il nostro obiettivo  – spiega Salvatore Scilipoti, de La scatola blu – è quello di costruire luoghi in cui l’arte possa essere qualcosa che si tocchi con mano e che possa lasciare un’impronta reale e profonda nel quotidiano”.

https://www.youtube.com/watch?v=BVgQ8yAdLbI

I due registi – stretti collaboratori di Lynch – introducono il pubblico in una delle menti più contorte della cinematografia occidentale, raccogliendo la diretta testimonianza dell’autore. Lynch racconta – così – la genesi del suo particolarissimo stile, attraverso alcuni episodi della sua infanzia e della sua adolescenza, il rapporto complesso col padre e quello totalizzante con l’arte.

“Perché abbiamo portato il documentario su David Lynch a Bari?  – spiega Scilipoti – Perché in molti conoscono i suoi film, ma non la sua formazione e la sua prima passione, cioè l’arte. Sarà un’occasione per approfondire il cammino di questo artista poliedrico che si è cimentato non solo nel cinema, ma anche nella pittura e nella musica”. “Un altro motivo per cui lo abbiamo portato – conclude – è perché siamo i suoi primi fan. La scatolina blu che appare verso la metà del suo film Mulholland Drive, è diventata il nostro simbolo: è una scatola il cui contenuto cambia la prospettiva sul film”.

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