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Il mare di Bari promosso da Legambiente: “E’ pulito”. Ma in spiaggia c’è di tutto: plastica e vetro abbandonati

Pubblicato da: Vincenzo Damiani | Lun, 24 Luglio 2017 - 13:30

Scendono a 4 gli impianti che continuano a scaricare nel sottosuolo. Il 20% dei depuratori presenta criticità mentre il 19% è soggetto a scarichi anomali. Rimangono 27 i Comuni sottoposti a procedura d’infrazione. E’ il bilancio delle analisi svolte da Goletta verde, l’imbarcazione di Legambiente, che la settimana scorsa ha attraversato il tratto di mare pugliese, da Salento al Gargano passando per Bari.  “Sono soddisfacenti i monitoraggi – dicono i responsabili – ma rimangono le solite criticità su tutti i tratti di mare interessati dalle foci di fiumi e canali. È importante che la Regione Puglia definisca, al più presto le linee guida di un piano regionale per la gestione dei fanghi di depurazione, la cui produzione aumenterà nei prossimi anni a seguito del potenziamento degli impianti di depurazione”

 Tra i rifiuti trovati la plastica la fa da padrona: censita nel 90% dei punti campionati. Di fatto inesistenti i cartelli obbligatori per legge sulla qualità delle acque e di divieto di balneazione. Sette campionamenti su trenta eseguiti lungo le coste pugliesi, in corrispondenza delle foci di fiumi, canali e torrenti, risultano fuori dai limiti di legge e, di questi, cinque sono “fortemente inquinati”.

“L’obiettivo del monitoraggio di Goletta Verde, che è bene ribadirlo non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali – spiega Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente – è quello di individuare i punti critici di una regione e le pressioni inquinanti che ancora gravano sulla costa, analizzando il carico batterico che arriva in mare prevalentemente dalle foci di fiumi, canali o scarichi non depurati. Purtroppo quello della cattiva depurazione affligge tantissime zone dell’Italia, visto che nel nostro Paese circa il 25% delle acque di fognatura viene scaricato in mare, nei laghi e nei fiumi senza essere opportunamente depurato”.

L’Italia, infatti, è soggetta a tre procedure di infrazione emanate dalla Commissione Europea nel 2004, nel 2009 e nel 2014; le prime due delle quali sono già sfociate in condanna. Per la procedura di infrazione 2004/2034 la sanzione prevista è di 62,7 milioni di euro, una tantum a cui si aggiungono 347 mila euro per ogni giorno (61 milioni di euro a semestre) sino a che non saranno sanate le irregolarità.

 I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente tra il 18 e il 21 luglio. I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e sono considerati come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori.

Sono stati giudicati “fortemente inquinati” i campionamenti effettuati alla foce del torrente Candelaro a Manfredonia; alla foce del canale contrada Posticeddu sul Litorale Apani a Brindisi; alla foce del canale Reale a Torre Guaceto, nel comune di Carovigno; alla spiaggia di fronte al canale Ostone (Canale dei Cupi) a Taranto; alla foce del torrente sulla litoranea di Ponente di Barletta. Giudizio di “inquinato”, invece, per i campionamenti effettuati alla foce del Galeso, a Taranto e alla spiaggia presso lo sbocco del collettore alluvionale sotto la Villa Comunale a Trani.

 “Il risultato del monitoraggio di Goletta Verde – afferma Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – ci consegna una fotografia nel complesso positiva, anche se permangono le criticità su tutti i tratti di mare interessati dalle foci di fiumi e canali. Sul fronte della depurazione scendono a 4 gli impianti che scaricano nel sottosuolo e, dai 2.493 controlli effettuati da Arpa Puglia, emerge che il 20% dei depuratori non rispetta i limiti tabellari per almeno un parametro monitorato”.

Inoltre, non si può certo dire che i bagnanti vengano informati a dovere. Anzi, tutt’altro. La cartellonistica in spiaggia è inesistente anche qui in Puglia, nonostante sia obbligatoria da tre anni per i comuni costieri: soltanto in uno dei 30 punti campionati, i tecnici di Goletta Verde hanno avvistato i cartelli informativi previsti dalla normativa, che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare (in base alla media dei prelievi degli ultimi 4 anni), i dati delle ultime analisi e le eventuali criticità della spiaggia stessa. Anche quelli di divieto di balneazione sono merce rara: solo in un caso rispetto ai quattro dove non vengono eseguiti campionamenti da parte delle autorità competenti, era presente il cartello per informare i bagnanti.

 Tema centrale di questa edizione di Goletta Verde è anche il rischio per inquinamento da marine litter.  Soltanto in sei punti rispetto ai 30 punti monitorati, i tecnici di Legambiente non hanno trovato rifiuti. C’è di tutto, ma a farla da padrona resta la plastica, presente nel 90% dei casi; segue il vetro, ma anche carta e rifiuti vari.

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