“Benvenuti all’inaugurazione della nostra Fiera. Nostra perchè ci somiglia, somiglia ai baresi: è intraprendente ed è l’incrocio di storie e popoli diversi”. Il sindaco Antonio Decaro ha così aperto la cerimonia di inaugurazione dell’81esima edizione della Fiera del Levante. E lo ha fatto partendo proprio ricordando il periodo di crisi affrontato dalla Campionaria e l’avvio del rilancio. “Questo progetto – ha detto ancora – dimostra che quando il Sud e il Nord dialogano, quando le polemiche politiche si mettono da parte, la storia può cambiare”. Decaro ha ricordato il terremoto ad Ischia. “Come rappresentante dei comuni italiani chiedo al presidente Gentiloni di aiutarci a bandire dal vocabolario la parola emergenza e sostituirla con parole come prevenzione, legalità, comunità”. Il sindaco parla anche di un ragazzino del Libertà, Giovanni, che passa la giornata a dare calci ai passanti o a dare fastidio in strada con la sua bicicletta. “Lo chiamano “Il terribile”, eppure Giovanni un mese fa mi ha abbracciato e abbiamo visto un film. Sotto le macerie di una città del Sud Giovanni come Ciro (il bimbo che è stato liberato dalle macerie di Ischia) ci lanciano un messaggio ben preciso: noi dobbiamo andare da loro, dobbiamo capirli, parlarci”. Il primo cittadino ricorda i progetti per il rilancio del quartiere Libertà. “Quelle macerie sociali del Libertà stiamo provando a rimuoverle, a ricostruirle”.
Tra gli argomenti affrontati quello dei flussi migratori. “Chi arriva qui da noi non lo fa quasi mai per sua scelta. Qui sono sbarcati 643 migranti, c’era un bimbo nato qualche giorno prima, quel bimbo ha aperto gli occhi ed è nato una seconda volta. Io in quel momento sono stato orgoglioso di rappresentare l’Italia, un paese che genera vita e che non sbatte la porta in faccia ad un bambino. E’ però anche impensabile ed ingiusto che la situazione dei flussi migratori sia solo sulle spalle dell’Italia e dei comuni di frontiera: siamo umani e solidali ma non siamo stupidi. Chiediamo una equa distribuzione dell’accoglienza”.
Tra i temi del discorso anche la Fibronit, la fabbrica della morte che il Comune sta bonificando (Decaro ha ricordato, commosso, la sua amica Maria Maugeri, ex assessore all’Ambiente e consigliera comunale, scomparsa di recente, che ha lottato per anni per garantire alla città di Bari un ambiente più sano, più verde, più sicuro).
Al termine della cerimonia Decaro donerà al premier Paolo Gentiloni la Sacra Manna di San Nicola.
“Al presidente del Consiglio dei ministri, l’abbraccio della città di Bari sotto l’egida di San Nicola, simbolo del dialogo e della fratellanza”, questo il testo inciso sull’involucro dell’ampolla sacra.