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Controlli antidoping: disciplina e modalità d’analisi

Pubblicato da: avv. Valentina Porzia | Mer, 25 Ottobre 2017 - 10:45

Come previsto dal Codice Wada e dalla conforme normativa nazionale, sportiva ed ordinaria, il controllo sanitario e anti-doping sulle competizioni e sulle attività sportive viene svolto in tutte le discipline e può essere effettuato sulle urine.

In Italia, l’organo preposto ai suddetti controlli è la Commissione per la vigilanza ed il controllo sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive (Commissione).  La stessa individua le occasioni nelle quali svolgere i controlli e le modalità di scelta dei soggetti da analizzare, realizzandoli d’intesa con gli organismi con cui essa stipula apposite convenzioni, nel rispetto di quanto sancito dal Ministero dalla Salute. Al fine di svolgere l’attività nel modo più corretto, la Commissione deve predisporre un elenco di medici prelevatori per l’esecuzione delle analisi, di concerto con gli organismi convenzionati. Normalmente succede che le Federazioni sportive, a partire dal 1 luglio 2002, con cadenza almeno trimestrale, comunichino alla Commissione l’elenco delle manifestazioni di loro competenza, corredate di data di inizio, luogo di svolgimento, durata e tipologia delle stesse. In base a questo e mantenendo il riserbo, l’organo preposto per i controlli calendarizza gli stessi e prevede che per la loro effettuazione e per la tutela della salute, le società sportive ospitanti o gli enti organizzatori delle manifestazioni sportive mettano a disposizione, come già previsto nei regolamenti sportivi, un locale per il prelievo, comprendente una zona di attesa ed un vano per le operazioni di controllo, dotato di servizi igienici.

Questo luogo deve, inoltre, essere corredato di un tavolo con sedie e fornito di almeno due tipi di bibite analcoliche diverse e sigillate, in contenitori di vetro o alluminio, non contenenti sostanze vietate, che sono aperti dall’atleta o sotto la sua osservazione (utili qualora l’atleta non riesca a produrre la quantità minima di urine). La suddetta Commissione, come già accennato, deve avvalersi di medici convenzionati che potranno effettuare il prelievo solo dopo aver mostrato la relativa nomina al responsabile della organizzazione della gara o del club ospitante. Nell’ambito delle gare, gli atleti, i medici sociali, i massaggiatori, i tecnici, i dirigenti accompagnatori e le società sono tenuti a prestare la massima collaborazione per il miglior espletamento e rispetto delle procedure del controllo anti-doping. Qualora i controlli si facciano durante una competizione succede che: prima del termine della stessa, in tempo utile tenuto conto delle differenti tipologie delle discipline, alla presenza del responsabile sportivo della manifestazione, vengono rese note le indicazioni sui soggetti da controllare. È opportuno sapere che possono essere sottoposti a verifica anche gli atleti espulsi o ritiratisi nel corso della gara e quelli che l’hanno abbandonata per un infortunio tale da non richiedere l’immediato ricovero ospedaliero.  Al termine della competizione, quindi, gli atleti “scelti” devono recarsi immediatamente nel locale riservato al controllo anti-doping. Il medico prelevatore, d’intesa con il rappresentante della federazione sportiva o della società di appartenenza, deve accertare che le operazioni di prelievo siano predisposte regolarmente, con il minor disagio per gli atleti, ai quali deve essere illustrata la procedura di raccolta urine ed è chiesto di dare conoscenza di trattamenti terapeutici che abbiano comportato il ricorso a sostanze il cui uso è sottoposto ad alcune restrizioni. La raccolta del campione di urine (minimo 75 ml ), nell’apposito recipiente, avviene alla presenza del medico prelevatore che deve essere dello stesso sesso dell’atleta.  Ciascun flacone deve essere sigillabile e identificato con dei codici, quest’ultimi devono essere indicati i all’interno del verbale di prelievo compilato dal medico e rilasciato rispettivamente a: Federazione o Ente di promozione sportiva, Atleta, Commissione e laboratori analisi.

I risultati positivi e negativi delle analisi sono comunicati dal laboratorio alla Commissione. L’accertamento dell’identità dell’atleta risultato positivo avviene presso la Commissione mediante il confronto contestuale tra la comunicazione dell’esito di positività emesso dal laboratorio anti-doping, recante il codice del campione, e il verbale del prelievo anti-doping in possesso della Commissione. Determinata l’identità dello sportivo, la Commissione provvede tempestivamente a darne comunicazione all’autorità giudiziaria, all’atleta, al presidente della federazione interessata, alla società di appartenenza, e al CONI, a mezzo telegramma, o fax o raccomandata, o altro mezzo di trasmissione opportuno eventualmente concordato con il destinatario. All’atleta viene data la facoltà di richiedere la revisione delle analisi. Una conferma dell’esito positivo comporta l’avvio di un procedimento a carico dell’atleta, chiamato a rispondere d’innanzi ai competenti organi del CONI. Per informazioni e approfondimenti, è possibile contattare l’avvocato al seguente indirizzo avvocato@valentinaporzia.com

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