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“Chiudere l’Ilva di Taranto? Decide il governo nazionale”: Emiliano incalza il ministro Di Maio

Pubblicato da: redazione | Mer, 25 Luglio 2018 - 19:15
Un momento del presidio degli operai Ilva a Roma in piazza Montecitorio, davanti alla Camera dei deputati, in concomitanza con l'incontro a Palazzo Chigi tra il governo, le parti sociali, le istituzioni locali e la stessa azienda, sul futuro dello stabilimento di Taranto, 29 novembre 2012.

“Durante il Medimex a Taranto qualcuno nella folla diceva chiudi l’Ilva, ma io non ho la facoltà di tenerla aperta o di chiuderla. Se i governi decideranno di tenerla aperta non la possono di certo far funzionare come ha funzionato fino ad oggi, col carbone e ammazzando la gente. Se decidono di chiuderla, mi devono dare delle garanzie perché bisogna gestire 20mila persone che in qualche modo gravitano attorno a quella fabbrica”. Lo ha detto il governatore pugliese, Michele Emiliano (Pd), parlando con i giornalisti a margine dell’evento “Taranto Futuro Prossimo”, nel corso del quale sono state presentate le linee guida per la redazione del Piano strategico di Taranto.

“Si può fare – ha osservato Emiliano – sia una cosa che l’altra, e noi abbiamo il compito di agevolare le scelte del governo. Adesso – ha precisato – se ho capito bene, il governo sta valutando quello che noi avevamo impugnato davanti al Tar, cioè se l’aggiudicazione è valida o no, e ha avviato l’autotutela. Potrebbe rendere inutile il nostro ricorso, riconoscendo che la Regione Puglia aveva ragione. Questo – ha rilevato Emiliano – dal punto di vista del principio mi fa anche piacere, ma non risolve il problema”.

Per Emiliano è anche “possibile che il ministro Di Maio, dopo avere annullato la gara, si ponga nuovamente il problema di cosa fare. Se ha bisogno del nostro punto di vista, oggi, in occasione di questa discussione, noi potremo offrirgli anche uno scenario alternativo. Cioè – ha sottolineato – potremmo dirgli che se dovesse decidere di chiudere l’Ilva, ci sono molti scenari industriali che sono percorribili al posto dell’acciaieria. Però – ha concluso Emiliano – se decide di tenerla aperta gli faremo presente che ci sono delle tecnologie per far funzionare gli altiforni che non sono quelle tradizionali a carbone”.

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