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Covid, in Italia dal 3 ottobre 2348 studenti positivi. Nel Barese contagi in 25 scuole

Pubblicato da: redazione | Sab, 10 Ottobre 2020 - 07:15

In tutta la provincia di Bari, dal giorno della riapertura, sono stati registrati contagi di coronavirus in 25 scuole diverse. Lo ha comunicato il professore Pierluigi Lopalco, assessore alla Sanità della Regione Puglia, durante una riunione con il sindaco di Bari, Antonio Decaro, il direttore del dipartimento Salute, Vito Montanaro e il direttore del dipartimento di Prevenzione dell’Asl Bari, Domenico Lagravinese. Secondo quanto riferito da Lopalco, rispetto al dato delle 25 scuole in cui sono state rilevate positività tra studenti o personale, solamente in un caso il contagio è partito proprio all’interno dello stesso istituto. Nelle restanti 24 scuole, invece, il Covid-19 è stato portato dall’esterno.

Dall’inizio dell’anno scolastico al 3 ottobre sono stati 2.348 gli studenti risultati positivi al Covid, 402 i professori, 144 gli operatori ata e il personale non docente. I numeri li ha forniti lo stesso ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina. «I casi di positività al virus ci sono e ci saranno, è inevitabile – ha detto la titolare del ministero di viale Trastevere – ma le misure che abbiamo introdotto ci permettono di individuarli tempestivamente, compresi i casi asintomatici che altrimenti potrebbero sfuggire al controllo».

I contagi aumentano e con loro l’ansia e la preoccupazione di genitori, docenti, presidi. Solo una minoranza, però, auspica un ritorno alla didattica a distanza: la presenza, la socialità, il rapporto umano, sono considerati da tutti troppo importanti per la crescita di bambini e ragazzi. Un richiamo, quello alla necessità di mantenere aperte le scuole – oltre alle fabbriche e agli uffici – che implica una maggiore responsabilità dei singoli, come ha sottolineato il capo dello Stato, Sergio Mattarella, oggi a colloquio al Quirinale con la presidente greca Katerina Sakellaropoulou.

Fino al 26 settembre scorso erano quasi 2.000 in tutto i contagiati nella scuola, tra docenti, studenti e bidelli: i numeri sono purtroppo in rapido aumento, dal nord al sud d’Italia. «Le situazioni di difficoltà delle scuole sono in crescita sensibile. Sono giornate piene di richieste preoccupate da parte del personale, delle famiglie in una confusione di messaggi contraddittori che aumentano i sospetti», dice Pino Turi che guida la Uil Scuola e che chiede al ministero dell’Istruzione di fornire, con una periodicità fissa, i numeri del monitoraggio che è stato attivato nelle scuole per fornire dati in tempo reale.

I dirigenti scolastici, con l’aumento dei casi e degli istituti coinvolti, sono anche preoccupati che eventuali responsabilità ricadano su di loro. Lo scudo penale che avevano chiesto e che era stato previsto da un emendamento, non è mai stato introdotto. Il sindacato Udir minaccia lo sciopero: «I contagi tra i giovani stanno salendo e la situazione all’interno degli Istituti rischia di diventare ingestibile. Il Governo deve intervenire con una norma chiara nella prossima legge di bilancio entro fine mese», dice Marcello Pacifico, presidente del sindacato.

Anche Paola Serafin, a capo dei dirigenti scolastici della Cisl, spiega che i presidi auspicano lo scudo penale per poter affrontare con minore preoccupazione i casi giornalieri di contagio da Convid-19 nelle proprie scuole: «Evidentemente non c’è stata la volontà politica di approvarlo». Più sfumata invece la posizione della Flc Cgil. Roberta Fanfarillo, dirigente sindacale a capo dei dirigenti scuola della Cgil, spiega che «il dirigente che mette in pratica le indicazioni del Cts e dell’Iss rispetto alla predisposizione delle misure di prevenzione e alla gestione dei contagi, può ritenere di aver assolto a tutte le sue responsabilità relative al contagio». Piuttosto Fanfarillo aggiunge che «quello che i dirigenti oggi chiedono è un maggior coordinamento con i Dipartimenti di prevenzione delle Asl: spesso si scaricano sulle scuole e sui dirigenti scolastici adempimenti che l’Iss assegna invece alle Asl».

Tutti comunque respingono l’idea di tornare alla didattica a distanza a meno che non venga previsto un nuovo, temuto, lockdown. «La didattica integrata deve restare una opzione estrema, non possiamo trasformarla nell’ordinarietà», scandisce il leader della Flc Cgil, Francesco Sinopoli. «La chiusura della scuola è assolutamente da scongiurare», ha detto anche Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute.

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