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Bari, morti per legionella al Policlinico. I difensori dei dirigenti: “Attività di contrasto al batterio dal 2018”

Pubblicato da: redazione | Ven, 27 Novembre 2020 - 15:35
policlinico

Le attività di contrasto alla diffusione della Legionella sarebbero già attive, nel Policlinico di Bari, dal 2018 e, a testimoniarlo, ci sarebbero oltre 500 pagine di documentazione prodotta dalla  stessa direzione sanitaria. A renderlo noto sono gli avvocati difensori dei cinque dirigenti dell’azienda sanitaria indagati nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura di Bari a seguito dei quattro decessi avvenuti nel Policlinico a causa della legionella. Questi ultimi, secondo l’accusa, sarebbero stati causati dalla mancata bonifica della rete idrica. La documentazione sulle attività di contrasto al batterio è stata presentata, quest’oggi, al gip che avrebbe dovuto interrogare i cinque indagati per esprimersi in merito all’interdizione. 

“Abbiamo preso atto – ha dichiarato l’avvocato Michele Laforgia, difensore del direttore sanitario Matilde Carlucci e del responsabile della Sanità pubblica dipartimentale Giuseppe Calabrese – che l’attività di indagine svolta dal Nas, di acquisizione documentale a settembre e a novembre, relativa a tutte le attività per la legionella dal 2018 ad oggi, non era agli atti, non è mai stata acquisita dal giudice e non era neanche nella disponibilità del pubblico ministero fino a ieri”. Una evenienza che sarebbe dovuta al fatto che i Carabinieri coinvolti nelle indagini, dopo l’acquisizione dei documenti, nonni avrebbero trasmessi alla Procura. “I sequestri e la richiesta di misura interdittiva – prosegue, quindi, l’avvocato – sono stati avanzati senza che il pm prima e il giudice dopo avessero contezza del fatto che la direzione sanitaria e in generale la dirigenza del Policlinico aveva posto in essere oltre 500 pagine di attività documentata sul contrasto alla legionella dal 2018 ad oggi”. 

Fuori dal Tribunale anche l’avvocato Francesco Paolo Sisto, difensore del direttore Area tecnica Claudio Forte, ha spiegato che la documentazione è “attestativa di una attività svolta dalla struttura nel suo complesso per affrontare il problema. Un passo avanti per dimostrare che nessuno è stato a dormire”. L’avvocato Carmelo Piccolo, legale del direttore generale Giovanni Migliore e del direttore amministrativo Tiziana Di Matteo, ha chiarito, inoltre, che i documenti prodotti oggi erano stati “spediti a mezzo pec dalla direzione sanitaria ai carabinieri già il 24 settembre e si riferiscono a tutta l’attività compiuta dall’ente dal 2018 ad oggi in relazione al problema legionella”. (Ansa)

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