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Mannini: “Andai via troppo presto da Bari, ho subito scorrettezze”

L'ex portiere di Bari e Pisa si è raccontato ai nostri microfoni, svelando anche curiosi retroscena circa il suo burrascoso addio al Bari

Pubblicato da: Nicola Lucarelli | Gio, 20 Aprile 2023 - 17:30

In 115 anni di storia, sono stati tanti i portieri di valore che hanno difeso la porta del Bari. Tra i più validi e quotati, c’è sicuramente Alessandro Mannini, estremo difensore biancorosso dal 1987 al 1990. L’ex numero 1 ha anche vestito la casacca del Pisa, prossimo avversario del Bari in campionato. Mannini si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com per raccontare la sua carriera e le esperienze a Bari e nella città toscana.

Mannini, lei è un viareggino doc. Negli ultimi anni ha lavorato come allenatore dei portieri, proprio nel Viareggio. Una carriera iniziata nel Pisa nel 1996…

“Ora lavoro nel settore giovanile del Capezzano, società affiliata all’Empoli. Mi diverto ancora allenando i ragazzi, sono una fonte inesauribile di sorprese.”

Da Bari è passato anche un altro viareggino come Eugenio Fascetti…

“Ci conosciamo, ma non ci frequentiamo. Lo vedo raramente. Sembra il solito Fascetti di tanti anni fa”.

Che portiere era Alessandro Mannini? Quai i pregi e i difetti?

“Il difetto principale era legato all’altezza. Ero al limite essendo alto 1.81cm. Quando giocavo io era un’altezza ancora accettabile per un portiere. Nel calcio attuale, invece, è difficilissimo pensare ad un portiere con quella statura. Ora i portieri sono tutti ben strutturati ma sono cambiate anche le tecniche d’allenamento: ai miei tempi i portieri alti erano lacunosi sulle palle basse, ora non è più così. Per quanto concerne i miei pregi, sicuramente la concentrazione e l’applicazione. Ma ero anche un elemento che trasmetteva positività all’interno di un gruppo.”

La sua è stata un’epoca d’oro per i portieri. Quali i più forti secondo lei?

“In quegli anni i portieri che andavano per la maggiore erano Zenga, Tacconi e Giovanni Galli. Tre portieri più strutturati rispetto a me. Hanno fatto la storia di Inter, Juve e Milan.”

Dopo anni nei quali sono emersi pochi talenti nel ruolo, ora pare che il trend si sia invertito. Non c’è solo Donnarumma, ma anche gente come Vicario o Meret. Quale il più forte e completo?

“Credo che Donnarumma sia una spanna sopra gli altri. Anche se spesso ha dei passaggi a vuoto clamorosi. Ma resta un portiere fortissimo e dalla grande personalità. Seguo Vicario, dato che la società per la quale lavoro è affiliata con l’Empoli: ha fatto due campionati straordinari.”

Ma anche la serie B è fucina di estremi difensori di talento. Tra questi c’è Elia Caprile del Bari. Crede sia un predestinato?

“Me ne hanno parlato molto bene, ma non l’ho mai visto all’opera. È un portiere che ha un grande futuro davanti, ma non posso esprimere un giudizio tecnico.”

Venendo alla sua carriera da portiere, ha militato in diverse piazze: Viareggio, Pisa, Bari, Pescara, Fiorentina e Cremonese. Qualche rimpianto?

“Assolutamente no, nessun rimpianto: ho avuto quello che meritavo. I miei limiti tecnici erano diversi e ho fatto la carriera che il mio fisico, la mia testa e le mie qualità tecniche mi hanno permesso di fare. È stata una carriera bella ed importante.”

Mannini e il Pisa, un binomio quasi “sacro”: 220 presenze, 9 campionati e tanti successi. Insomma a Pisa, dopo la Torre, come monumento c’è lei…

“A Pisa hanno un buon ricordo di me. È stato un periodo importante per il calcio pisano: parliamo dell’era Anconetani. Pisa, come Bari, vive di calcio e il ricordo è ancora nitido. Sono sicuro che mi vogliono ancora un gran bene. Dopo la parentesi da calciatore, ho avuto anche la fortuna di poter allenare i portieri per altri 9 anni. Ci ha giocato anche mio figlio. Ho fatto il commentatore televisivo in un tv pisana. Ogni volta che torno a Pisa è sempre un grande piacere.”

Lasciò il Pisa nel 1987 per passare proprio al Bari. In Puglia è stato sino al 1990: 98 presenze e tanti bei ricordi…

“Prima parlavamo di rimpianti. Beh, ora che ci penso, uno ce n’è. Mi riferisco alle 98 presenze col Bari ed è una cosa che mi fa soffrire. Arrivare a 100 presenze con la maglia biancorossa sarebbe stata una bella soddisfazione. A Bari sono stato benissimo, abitavo a Santo Spirito. Non mi mancava nulla. Manco da Bari da tanto tempo: ho seguito una fiction ambientata a Bari e ho visto che la città vecchia è diventata meravigliosa.”

Perché le strade di Mannini e del Bari si divisero?

“Andai via troppo presto da Bari. Dopo aver raggiunto la salvezza in serie A, c’erano altri progetti. Mister Salvemini voleva un portiere più giovane che aveva conosciuto ad Empoli (Giulio Drago n.d.r.). Non accettai il ruolo di secondo perché punto nell’orgoglio e non volevo dargli la soddisfazione di restare come riserva. È stato un peccato perché i tifosi mi volevano un gran bene. Tuttavia sono certo che, se fossi rimasto, mi sarei ripreso la maglia da titolare dopo poco tempo. Ma in tutto l’anno ci furono tantissime ripicche e scorrettezze nei miei confronti e non potevo restare. Hanno fatto di tutto per costringermi ad andar via, società in primis. Il buon Vincenzo Matarrese aveva un merito enorme, vale a dire quello di assecondare l’allenatore anche a costo di spaccarsi la testa. Potrei scrivere un libro su quanto accaduto quell’anno. Non meritavo un trattamento simile.”

Quando si parla dei migliori portieri visti a Bari, in un’ipotetica Top 4, c’è anche lei insieme al compianto Franco Mancini, Jean François Gillet e Alberto Fontana. Come li collocherebbe su un podio?

“Metterei Franco Mancini al primo posto anche per una questione affettiva: l’ho allenato quando era nel Pisa. Al secondo posto ci metto Gillet, poi Fontana. Ma non è una classifica tecnica, bensì emotiva”.

E veniamo al Bari dei giorni nostri. Terzo posto in classifica e campionato assolutamente al di sopra delle attese…

“Seguo le squadre nelle quali ho giocato, tra queste il Bari. Sono sorpreso per quello che stanno facendo, ma se a fine aprile sono così in alto, non si tratta di fortuna. È una squadra solida con un bravo allenatore e una società forte alle spalle. Mi piacerebbe rivedere Pisa e Bari in serie A.”

Domenica c’è Pisa – Bari. Che partita si aspetta e per chi farà il tifo?

“Questa domanda non me la merito (ride). Come posso sperare che vinca una o l’altra? Sono affezionato ad entrambe le squadre. Due piazze molto passionali che meritano la massima serie e che hanno anche dovuto affrontare e superare varie peripezie societarie.”

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