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Ucciso durante una lite nel Barese, chiesti 30 anni per l’imputato

L'omicidio nella notte tra il 4 e il 5 settembre del 2021

Pubblicato da: redazione | Lun, 22 Maggio 2023 - 17:34

Il pubblico ministero Ignazio Abbadessa ha chiesto la condanna a 30 anni di reclusione per Fabio Giampalmo, il 21enne ex pugile accusato di aver aggredito e ucciso con quattro pugni il 40enne Paolo Caprio la notte tra il 4 e il 5 settembre 2021 all’esterno di un bar di un’area di servizio tra Modugno e Bitonto, in provincia di Bari.

“Giampalmo – ha detto il pm nella requisitoria tenutasi stamattina in corte d’Assise – ha agito accettando l’eventualità che il suo comportamento potesse causare la morte di Caprio. L’aggressione non è partita per gelosia, ma per affermare la propria posizione all’interno del suo gruppo criminale, di Bitonto, davanti ad altri concittadini”. Il pm, riconoscendo il dolo eventuale, non ha quindi chiesto il massimo della pena, l’ergastolo, ma ritiene che Giampalmo – collegato dal carcere – debba essere condannato per omicidio pluriaggravato dai futili motivi e dall’aver utilizzato tecniche di combattimento. “Non ha agito come un uomo della strada – ha continuato Abbadessa – ma come un fighter ben cosciente di ciò che stava facendo. Nella sua condotta c’è stato accanimento, lucidità e predeterminazione rispetto all’obiettivo”.

Secondo la ricostruzione dell’accusa, confermata da alcuni testimoni e dalle immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza, l’imputato sarebbe arrivato nella stazione di servizio con la sua compagna, i figli e alcuni amici. Qui, dopo un diverbio, avrebbe sferrato quattro pugni a Caprio, che sarebbe caduto all’indietro, sbattendo la testa sul marciapiede, per poi perdere la vita.

La sentenza nei confronti di Fabio Giampalmo ci sarà il 12 giugno. Il rinvio è stato disposto dal presidente della corte d’assise Antonio Diella, davanti al quale si sta svolgendo il processo. Nel pomeriggio l’avvocato Giovanni Capaldi, che difende l’imputato insieme al collega Nicola Quaranta, ha chiesto la derubricazione del reato in omicidio preterintenzionale. L’avvocato delle parti civili (moglie, figlia, madre e sorelle della vittima), Rossana Fallacara, ha invece chiesto un risarcimento per un milione e 300mila euro complessivi. Nella prossima udienza continueranno le repliche della difesa (toccherà all’avvocato Quaranta) e poi, dopo le controrepliche, il collegio si ritirerà in camera di consiglio per la sentenza.

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