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Legano cane a una boa in mare, orrore a Policoro

Per il cucciolo non c'è stato nulla da fare, è caccia ai colpevoli

Pubblicato da: redazione | Lun, 5 Giugno 2023 - 16:50
Foto Pixabay

Lo hanno legato con un cappio a una boa in mare immobilizzandogli anche le zampe per impedire ogni movimento. È accaduto a sul litorale di Policoro, vittima un cane di razza setter, spesso al fianco dei cacciatori, per il quale non c’è stato  nulla da fare. L’autopsia ha infatti confermato ogni dubbio: il cane è morto per annegamento.

Sulla boa, secondo alcune indagini effettuate dalla Capitaneria di porto, è stato rinvenuto anche un secondo cappio collegato presumibilmente ad un altro cane che, però non è stato ancora ritrovato. Secondo le associazioni animaliste, dietro questo gesto, potrebbero esserci proprio i cacciatori che, evidenziano, come spesso accade, quando i cani non sono più “servili come dovrebbero”, se ne liberano.

“Si tratta ancora una volta di un atto abominevole – ha commentato Piera Rosati, presidente dell’associazione LNDC Animal Protection  –  non riesco nemmeno a immaginare come una mente tanto fredda, lucida e spietata, possa aver messo in pratica un piano tanto crudele senza il benché minimo rimorso. Chi si macchia di un gesto del genere mi fa paura e dovrebbe spaventare tutta la comunità di Policoro, perché una persona così potrebbe commettere ancora crimini su un altro o più animali. Spero vivamente che il secondo cane di cui si parla, forse legato alla medesima boa, possa essersi salvato. Noi di LNDC Animal Protection abbiamo sporto denuncia contro ignoti perché un crimine del genere non può e non deve restare impunito. È necessario fare giustizia e trovare il colpevole a tutti i costi” – ha concluso.

L’associazione ha invitato chiunque abbia informazioni utili sull’accaduto a farsi avanti. Obiettivo, risalire al colpevole, attualmente ancora ignoto. “Chiunque  possa dare un contributo alle indagini – evidenziano – può contattare le Forze dell’Ordine o scrivere allo Sportello legale avvocato@legadelcane.org in modo da avere più elementi e cercare di dare un nome e un volto all’autore di questa barbarie”.

Foto Pixabay

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