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Salute, le microplastiche disperse nell’aria finiscono in naso e gola

È quanto emerso da uno studio condotto da ricercatori dell'Università di Tecnologia di Sydney e dell'Istituto Americano di Fisica

Pubblicato da: redazione | Mer, 21 Giugno 2023 - 08:34
microplastiche

Le microplastiche che respiriamo si accumulano principalmente nel naso e in fondo alla gola. È quanto emerso da uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Tecnologia di Sydney e dell’Istituto Americano di Fisica, pubblicato sulla rivista Physics of Fluids. Lo studio, in particolare, ha analizzato e simulato i movimenti all’interno delle vie respiratorie di vari tipi di minuscoli frammenti plastici, come i PM2,5, che hanno dimensioni di soli 2,5 millesimi di millimetro.

Sebbene si parli spesso delle microplastiche presenti nell’ambiente, in particolare nell’acqua, e dei pericoli associati a questi inquinanti derivati dalla degradazione di oggetti di plastica più grandi, che possono facilmente entrare nella catena alimentare fino a raggiungere gli esseri umani, è importante sottolineare che esistono anche microplastiche presenti nell’aria. Anche se la quantità di queste particelle plastiche è molto inferiore rispetto alle polveri sottili prodotte principalmente da automobili, sistemi di riscaldamento e industrie, conosciamo ancora poco sull’interazione di tali microplastiche con le vie respiratorie.

Le particelle di microplastica in questione sono estremamente piccole e rientrano nella categoria dei PM2,5, con un diametro di 2,5 millesimi di millimetro (micron). Possono essere rilasciate, ad esempio, dall’attrito delle gomme degli pneumatici o dalle pastiglie dei freni. Lo studio ha esaminato i movimenti di diversi tipi di microplastiche, sia in condizioni di respirazione lenta che veloce, e i ricercatori hanno osservato che le particelle tendono ad accumularsi in punti specifici della cavità nasale e nell’orofaringe, ovvero nella parte posteriore della gola.

“La forma anatomica complessa e altamente asimmetrica delle vie respiratorie, unitamente al complesso comportamento del flusso all’interno della cavità nasale e nell’orofaringe – ha spiegato Mohammad Islam, primo autore dello studio – fa sì che le microplastiche si deviano dalla linea del flusso e si depositino in queste aree” – ha concluso.

Foto repertorio

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