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Bari e il degrado oltre i turisti: “Tanti luoghi dimenticati”

Dalle periferie ad alcune strade non troppo lontane dal centro, la denuncia: "Mancano servizi e c'è sporcizia, cittadini messi da parte"

Pubblicato da: Francesca Emilio | Sab, 23 Marzo 2024 - 20:49

Non solo turismo e turisti, a Bari “ci sono luoghi e cittadini dimenticati”. A raccontarlo a Borderline24 sono proprio alcuni residenti che, nonostante la consapevolezza del cambiamento in atto relativo ad una città che nel giro di pochi anni ha avuto un boom importantissimo sino a vedere triplicati i numeri delle presenze di turisti, non nascondono il proprio rammarico rispetto a luoghi che, evidenziano, “al contrario di altri non sono da cartolina”. Dal San Paolo, sino al Libertà, ma non solo, anche Palese, San Pio, Catino, Japigia, Carbonara e alcune strade non poco lontane dal centro cittadino. Da una parte l’inciviltà e l’assenza di senso civico da parte dei cittadini, dall’altra, spiegano “poca attenzione da parte delle istituzioni”. Preoccupano, in particolare, le strade sporche, i rifiuti, ma anche le condizioni dell’asfalto, la vivibilità di alcuni quartieri, la carenza di servizi e, inoltre, i bus e i treni “sempre in ritardo e sporchi”.

“Bari è bella, ma solo per i turisti perché chi ci vive oltre l’apparenza e le immagini da cartolina, quelle che finiscono in tv, sa cosa c’è dietro – racconta un cittadino – sono onestamente amareggiato perché il racconto che si fa della città non è lo stesso per me. Se ne parla bene e forse è così, ci sono stati sicuramente tanti miglioramenti, però un turista prende un mezzo pubblico una volta ogni tanto, io che lo prendo per lavorare devo fare i conti con i disagi e le condizioni di degrado ogni giorno. Ci sono poi le strade, piene di buche. Sui pullman è come stare su una grande giostra, ma non è divertente, anzi fa male a volte, soprattutto quando ti spacchi la schiena dopo ore di lavoro. Purtroppo a Bari ci sono luoghi bellissimi e luoghi, non troppo lontani dal centro, disastrati. La città, lo ha detto il sindaco, è dei cittadini, ma a volte sembra sia più dei turisti perché si pensa ad abbellirla, dimenticandosi dei disagi che viviamo” – ha concluso. Parole a cui fanno eco quelle di tanti altri, in particolare quelle di cittadini che vivono nelle periferie.

“Il San Paolo sembra un luogo dimenticato – ha spiegato una residente del quartiere – so che non è esattamente Bari, ma perché un turista non dovrebbe voler venire a visitare un quartiere così devoto a Santa Rita. Per noi sarebbe bello ospitare persone che condividano questo stesso amore, questa stessa devozione. Ma mi vergogno quando penso anche ai miei parenti che vivono fuori e devono venirmi a trovare a casa, al San Paolo. Non c’è nulla e quel poco che c’è, è spesso abbandonato a sé stesso” – conclude. “Noi da qui andremo via – spiega invece un residente del Municipio 5, in particolare di Palese – questo quartiere è diventato dormitorio. Aumentano i palazzi, aumentano le persone, le auto, ma ci sono sempre meno servizi. I giovani non hanno nulla se non qualche playground. Ma per tutto il resto è un luogo fantasma e a tratti spettrale. Io non mi sento di appartenere a Bari, per nulla e mi dispiace molto” – conclude.

Dello stesso avviso è un residente di Catino. “Ci hanno completamente abbandonati, si stanno facendo rivedere ora, piano piano – spiega – ma sappiamo che vogliono solo i nostri voti. Destra e sinistra è uguale, certo, forse uno è peggio dell’altro o viceversa, ma non cambia. I cittadini contano, non i turisti. La sostanza, non la forma. Certo è normale pensare di abbellire la città, renderla più appetibile, ma non è normale lasciare indietro chi in città ci vive. Non esiste solo il centro”- conclude. “A me Bari fa paura – ha spiegato infine una residente del quartiere Libertà – se fai tutta via Dante noti quanto è bella verso il centro e quanto è abbandonata verso la fine, avvicinandoci al nostro quartiere. È una vergogna. Va bene, il turismo fa entrare i soldi, ma sarebbe anche giusto far vivere bene i cittadini. Vivere a Bari non è facile, non dico che dovrebbe essere perfetto, ma per lo meno che funzionino le cose, come ad esempio i servizi” – conclude.

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