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Joan Thiele, un’attitudine che mescola vintage e modernità

La ragazza dallo sguardo ipnotico alla Frida Kahlo

Pubblicato da: Ylenia Bisceglie | Gio, 27 Marzo 2025 - 12:57
rubrica bl24 (61)

Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Eco”- Joan Thiele

Giovane e soprattutto originale.

Joan Thiele è forse una delle più grandi scoperte del panorama musicale italiano attuale. Mescola urban a influenze anni ’70, vintage e modernità.

La personalità di Joan Thiele è altrettanto affascinante quanto la sua musica. Dietro la sua figura elegante e il suo aspetto da icona cool, si nasconde una giovane donna di grande sensibilità e determinazione.

La sua arte è una ricerca costante, una volontà di superare i limiti e di esprimere liberamente le sue emozioni e i suoi pensieri. Questa determinazione si riflette anche nella sua carriera, che ha preso il volo grazie alla sua capacità di scrivere e cantare con una voce assolutamente unica.

La sua musica è un riflesso della sua ricerca artistica: mai statica, sempre in evoluzione. È frutto della ricerca di un suono personale, di un modo assolutamente singolare di fare musica. In “Eco” troviamo la perfetta sintesi del suo mondo, troviamo una sorta di unione tra le sonorità di Mina e quelle cinematografiche di Quentin Tarantino. La scrittura non è didascalica, è libera, poetica, è profonda ma al tempo stesso vaga.

“Eco” di Joan Thiele è un brano dal sapore vintage, che invita a seguire l’istinto e difendere le proprie idee. “Un brano per me molto importante, nato all’incirca un anno fa. È uno di quei pezzi che nascono da soli. Ho iniziato a scriverlo piangendo ed è stato emotivamente molto forte. Se fosse un’immagine, potrebbe essere una bellissima chitarra elettrica”. È un racconto intimo, strutturato come una sorta di dialogo con il fratello dell’artista, a cui è dedicata la canzone.

Lui è il fulcro dei ricordi felici dell’infanzia, ricordata con tenerezza ma anche amarezza, per l’indifferenza degli adulti. L’invito però è a guardare la paura negli occhi, a non scappare, ma a sparare al centro perché “è meglio sbagliare che restare immobile”.

“Joanita”, ultimo disco, interamente in italiano dell’artista, è un prefetto connubio tra trasposizione cinematografica western e immaginario onirico.

Ancora una volta la sua figura esile risulta carica, potente. La ragazza dallo sguardo ipnotico alla Frida Kahlo, si rivela essere “figlia della giungla”, nella sua estrema autenticità.

 

 

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