A quasi nove anni dalla strage ferroviaria avvenuta il 12 luglio 2016 tra Andria e Corato, la Procura generale di Bari ha chiesto in Appello 15 condanne, con pene comprese tra i 6 e i 12 anni di reclusione. L’incidente, causato dallo scontro frontale di due convogli su un binario unico, provocò la morte di 23 persone e il ferimento di altre 51.
Durante l’udienza di oggi, i sostituti procuratori Chiara Morfini e Marcello Catalano hanno avanzato anche la richiesta di una sanzione da 1,1 milioni di euro a carico della società Ferrotramviaria, con la revoca per un anno delle autorizzazioni, licenze e concessioni necessarie all’esercizio dell’attività. Le richieste ricalcano quelle già formulate dalla Procura di Trani nel 2022.
Agli imputati vengono contestati, a vario titolo, i reati di disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo e falso. In primo grado, il Tribunale di Trani aveva emesso solo due condanne: 6 anni e 6 mesi per il capostazione di Andria, Vito Piccarreta, e 7 anni per Nicola Lorizzo, capotreno del convoglio partito dalla stessa stazione. Altri 14 imputati erano stati assolti. Ferrotramviaria, inoltre, era stata esclusa dal processo per illecito amministrativo con la formula “il fatto non sussiste”.
Il sistema di gestione adottato all’epoca – il blocco telefonico – prevedeva che i capistazione si scambiassero dispacci per autorizzare i movimenti dei treni. Secondo l’accusa, alle 10:45 dalla stazione di Andria fu autorizzata la partenza del treno ET1016 da Corato. Poco dopo, senza attendere il suo arrivo, alle 11:00 fu fatto partire da Andria anche l’ET1021, diretto nella direzione opposta. Lo scontro, ad alta velocità, fu inevitabile.
La tragedia bloccò la circolazione per anni. La tratta è tornata operativa solo il 3 aprile 2023, ora completamente raddoppiata e dotata di sistemi di sicurezza automatizzati, incluso il blocco conta assi. Le prossime udienze della Corte d’Appello si terranno tra il 23 giugno e l’11 luglio, per le arringhe delle difese.