Nonostante l’esito dei referendum non abbia raggiunto il quorum, la Cgil Puglia non intende fermarsi. A ribadirlo è la segretaria generale Gigia Bucci. “Si va avanti, sulla strada dei diritti e della dignità del lavoro, perché i numeri su precariato e povertà parlano chiaro, e dietro i numeri ci sono persone in carne e ossa. Per loro abbiamo proposto i referendum, per loro proseguiremo con ogni strumento di contrattazione e mobilitazione che abbiamo a disposizione”.
Bucci respinge ogni lettura ideologica del voto, chiarendo che la battaglia della Cgil non è politica, ma sindacale e sociale: “Non siamo un partito e non abbiamo bisogno di mistificare la realtà. La nostra battaglia è sempre stata e sempre sarà a fianco dei lavoratori”. Il mancato raggiungimento del quorum non cancella, secondo la segretaria, le ragioni profonde di una mobilitazione costruita ascoltando i bisogni reali del mondo del lavoro. “Vincere significava intervenire sulla sicurezza per limitare le morti sul lavoro, cancellare il subappalto selvaggio, arginare il precariato. Non ci siamo riusciti, per ora”, ammette Bucci.
Nel bilancio della campagna referendaria, la segretaria ricorda il grande impegno profuso in tutta la regione. “Abbiamo girato in lungo e in largo la Puglia in questo mese e mezzo, incontrando migliaia di persone: lavoratori, giovani, associazioni, realtà sociali, laiche e cattoliche. Un dialogo prezioso che non si interrompe con il risultato delle urne”. Bucci sottolinea infine un altro dato emerso dal voto: il preoccupante deficit di partecipazione democratica. “Anche il referendum ci segnala un male profondo da non sottovalutare: disaffezione e sfiducia sono una spia pericolosa per la salute della democrazia. Ma noi non ci fermiamo”, conclude.
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