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Bari? La denuncia dei cittadini: “Sporca e con strade impraticabili”

Spicca il senso di abbandono delle periferie. Tante le criticità, molte denunciate soprattutto sui social

Pubblicato da: Francesca Emilio | Mer, 2 Luglio 2025 - 16:38
Foto Facebook Nicola Schingaro

“Bene gli eventi, ma c’è poca attenzione al decoro urbano, le strade sono impraticabili e le periferie sono dimenticate. Prima bisognerebbe pensare a risolvere i problemi”. È questo, in sintesi, il pensiero dei cittadini di Bari che sempre più spesso si lamentano sui social, rivolgendosi in particolare al sindaco di Bari, Vito Leccese, evidenziando le criticità della città soprattutto dopo gli ultimi annunci relativi ad eventi in città sperando così di non restare inascolati. Dalle strade piene di rifiuti, alle periferie dimenticate, sino alla sporcizia, sono tante le problematiche evidenziate.

“Il sindaco vive in una realtà parallela evidentemente – denuncia un cittadino –  vieni a Santo Spirito e a Palese a farti una camminata. Ah no, non si viene perché qui in realtà non è Bari, non è il quartiere umbertino. Mi auguro possiate essere cacciati a  quanto prima”, conclude senza nascondere la rabbia. Parole a cui fanno eco quelle di tanti altri per i quali, la realizzazione dei tanti eventi in città, allontana l’attenzione dalle problematiche tramite quella che viene definita una vera e propria “propaganda”. “Sindaco, basta con balli e iniziative mondane – evidenzia un cittadino –  vorrei che lei si facesse una passeggiata da solo magari senza farsi riconoscere per i vari quartieri, inizio dal mio dove sono nato, San Pasquale, poi a seguire Libertà, San Paolo, ce così via. Sono irriconoscibili. Per me, meno feste e più riqualificazione dei quartieri con più sicurezza. Inoltre servirebbero lavori di manutenzione stradale, magari da fare di notte per non creare disagi alla circolazione”, conclude. “È necessario pulire strade e marciapiedi – denuncia un altro – soprattutto considerando i molti eventi. Passeggiare deve essere un’esperienza piacevole e non spiacevole”, conclude. “La cultura a Bari è libertà, democrazia, futuro – tuona ancora un altro – ma anche slalom tra crateri e asfalto bollente. “La città sta precipitando – ha detto infine una cittadina – siamo carenti in ogni ambito, ma si pensa agli eventi”, conclude.

Denunce simili sono state effettuate anche da alcune personalità del mondo della politica, tra loro l’ex presidente del Municipio 3, Nicola Schingaro che recentemente ha pubblicato un lungo post sui social evidenziando il degrado e lo stato di abbandono nel quartiere San Paolo. “È passato quasi un anno da quando Vito Leccese si è insediato (9 luglio 2024) come sindaco di Bari – scrive Schingaro – uno dei suoi primi proclami in campagna elettorale fu il superamento della divisione centro-periferie. Nel suo programma, ha sottolineato subito l’importanza di una città policentrica, dove le periferie non siano più percepite come luoghi distanti o svantaggiati. Ad ottobre 2024, ha detto che il nuovo Piano Urbanistico Generale sarebbe stato (e speriamo ancora lo sia) un “piano umanistico generale” che avrebbe messo al centro la vita di tutti i quartieri, avrebbe consentito ai cittadini di vivere appieno la propria comunità senza interrompere il rapporto col centro e avrebbe migliorato le condizioni delle fasce più deboli.
In linea con il suo programma anche la Presidente del #Municipio3Bari Luisa Verdoscia ha annunciato il suo impegno per trasformare i quartieri periferici, tradizionalmente percepiti come “dormitori” lontani dal centro, in comunità vive e integrate.
Al di là dei loro proclami, la realtà è ben diversa: le periferie sono in uno stato di abbandono. E oggi mi dispiace constatare che non sarà certo il sindaco Leccese (né tantomeno Verdoscia per il Municipio 3) a fare delle periferie un luogo di rinascita. Perché per rinascere bisogna prima conoscere, ascoltare, restare. E invece chi governa continua a guardare le periferie come zone da bonificare, da pacificare, da addomesticare con un po’ di verde, qualche evento e tante promesse. Ma i margini sono anche luoghi di radicale possibilità: non territori da salvare, ma spazi da cui può partire una resistenza, una visione nuova, una politica altra. Il centro non salverà i margini. La rinascita non arriva dall’alto. Arriverà da chi vive, costruisce, sogna e lotta ogni giorno fuori dai riflettori. Non con i piani di rigenerazione, ma con la rigenerazione del pensiero”, ha concluso.

Foto Facebook Nicola Schingaro

 

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