I mercati contadini si confermano uno strumento chiave per il rilancio dell’agricoltura, sia in termini economici che sociali e ambientali. A dirlo è Coldiretti, sulla base dei risultati di un’indagine condotta tra gli agricoltori coinvolti nel progetto Mami (Mediterranean and African Markets Initiative), presentati ad Addis Abeba durante il vertice delle Nazioni Unite dal presidente della World Farmers Markets Coalition, Richard Mc Carthy, insieme al direttore generale della Wfmc e di Campagna Amica, Carmelo Troccoli.
Dallo studio, che ha interessato i produttori attivi nei mercati contadini di Nairobi, Tripoli e Alessandria, emergono numerosi vantaggi: dall’aumento del reddito al contatto diretto con i consumatori, passando per la valorizzazione delle produzioni locali e la promozione più efficace dei prodotti agricoli.
I numeri parlano chiaro. Quasi tutti gli agricoltori intervistati hanno registrato un incremento nei guadagni: il 46,7% segnala un aumento compreso tra il 10% e il 20%, mentre il 24,4% riporta una crescita superiore al 20%. Un impatto significativo che non si ferma al portafoglio: oltre il 50% ha introdotto nuove varietà colturali, ampliando la propria offerta, e il 49% ha avviato attività di trasformazione dei prodotti, contribuendo così alla riduzione dello spreco alimentare e a un’economia agricola più sostenibile.
Il progetto Mami, finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano e coordinato dal Ciheam di Bari, mira a rafforzare i mercati contadini in Africa e nel Mediterraneo, offrendo formazione e assistenza tecnica agli agricoltori locali. Un modello virtuoso che – secondo Coldiretti – rappresenta un’opportunità strategica per promuovere un’agricoltura più equa, vicina al territorio e capace di generare valore a tutti i livelli.
freepik